01/04/2016, 12.31
PAKISTAN
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Religioso di Lahore: Alla “bomba di Pasqua” i musulmani piangono con noi

di p. James Channan OP

P. James Channan OP, direttore del Peace Center di Lahore, ricorda l’angoscia per la notizia degli attentati avvenuti a Pasqua. Gli estremisti islamici volevano colpire in particolare i cristiani, ma hanno ucciso anche molti musulmani. Diversi di loro si sono uniti nel lutto, hanno consolato e incoraggiato i cristiani. Il sacerdote organizza una preghiera interreligiosa, la leadership della Chiesa visita i feriti e i parenti delle vittime.

Lahore (AsiaNews) – “Da una parte c’erano gioia, riunioni familiari e momenti di felicità, dall’altra le menti diaboliche di militanti hanno attuato il loro piano terroristico del male”. Con queste parole p. James Channan OP, direttore del Peace Center di Lahore, ricorda il terribile attentato contro i cristiani che ha insanguinato la Domenica di Pasqua, e che ha colpito anche tanti musulmani.

Il sacerdote sottolinea che gli stessi radicali hanno chiamato il loro gesto “bomba di Pasqua” e fa notare come la maggior parte degli attacchi compiuti contro i cristiani negli scorsi anni siano avvenuti di domenica.

P. James afferma che molti musulmani hanno condiviso il lutto con i cristiani e stanno pregando per la comunità cattolica. Egli ha invitato i leader di varie confessioni ad unirsi in una preghiera interreligiosa. Traduzione a cura di AsiaNews.

Il 27 marzo era la domenica di Pasqua e la comunità cristiana in tutto il Pakistan stava celebrando la grande festa. C’era un grande senso di giubilo e tutte le chiese erano piene di fedeli. Alcuni raduni erano così numerosi che molti cristiani erano seduti fuori dalle chiese per festeggiare la veglia di Pasqua e le funzioni. Io stesso, in quanto sacerdote, ho aiutato la parrocchia domenicana di St Luke di Lahore e ho presieduto tre messe la domenica di Pasqua. Ero sopraffatto dall’elevato numero di cattolici riuniti nelle chiese dove ho celebrato la messa. C’era un grande senso di gioia, pace e rinnovamento spirituale. Quando sono ritornato alla mia casa dei domenicani ho condiviso con i frati la soddisfazione per il fatto che tutte le cerimonie e i programmi della Settimana Santa e della Pasqua erano trascorsi in modo pacifico in tutto il Pakistan, e non si era registrato alcun attacco o incidente contro i cristiani. E noi eravamo così grati a Dio per questo.

Solo un’ora più tardi, intorno alle 6.45 del pomeriggio, è iniziata a circolare la notizia sui canali televisivi che era avvenuta un’esplosione a Lahore e un militante si era fatto saltare in aria nel parco pubblico di Gulshan-e-Iqbal. E tante persone erano rimaste ferite nell’attacco. È stato come un fulmine a ciel sereno. Sono andato nel panico e sono rimasto scioccato dal fatto che un attacco così violento fosse avvenuto nel cuore della città di Lahore e in un parco pubblico, dove le persone si recano con le proprie famiglie e in particolare per far giocare i bambini. I bambini adorano andare in quel parco e ci sono diverse strutture a loro dedicate, possono divertirsi correndo in libertà o mangiando un gelato. Il parco è molto famoso e si estende per 76 acri.

Dal momento che era la domenica di Pasqua, molte famiglie – uomini, donne e bambini – erano accorse in questo luogo per svagarsi. A Lahore è davvero un’usanza comune andare lì in occasioni di festa come il Natale e la Pasqua. Anche i musulmani portano le loro famiglie in varie feste, vacanze e la domenica. Perciò il 27 marzo il parco di Gulshan-e-Iqbal era pieno di famiglie.

Da una parte c’erano gioia, riunioni di familiari e momenti di felicità, dall’altra le menti diaboliche di militanti hanno attuato il loro piano terroristico del male. Di certo essi avranno pensato che era il momento migliore per rovinare questi momenti beati e uccidere uomini, donne e bambini innocenti, e in questo modo disturbare l’intero Paese con i loro piani devastanti. I militanti hanno scelto in modo deliberato la domenica di Pasqua per danneggiare al massimo i cristiani e i musulmani e coloro che si erano recati a Gulshan-e-Iqbal. Essi l’hanno chiamata la “bomba di Pasqua”.

Questo attacco suicida è stato condotto da una costola di un’organizzazione islamica chiamata Jamaat-ul-Aharar, una fazione del Tehreek-e-Taliban Pakistan (Ttp), che ha rivendicato la responsabilità dell’attentato. I terroristi hanno anche dichiarato che il loro principale obiettivo era colpire i cristiani che celebravano la Pasqua.

Questo tragico incidente ha lasciato l’intera nazione pakistana in un profondo stato di shock e incredulità. È stato il peggior attacco nella storia di Lahore, che è considerato il centro culturale e la città più bella del Pakistan. Per ironia della sorte, era in pieno svolgimento a Lahore il festival di primavera. L’attentato ha provocato la morte di 74 persone, tra cui uomini, donne e bambini, e il ferimento di oltre 350 persone. Alcune di queste sono in condizioni critiche, paralizzati o feriti. Le vittime di questo atto barbaro sono sia cristiani che musulmani. A quanto pare, il primo obiettivo dei militanti erano i cristiani.

I cristiani in Pakistan appartengono alle classi più povere, sono i più vulnerabili e mostrano il fianco debole agli estremisti. In precedenza ci sono stati diversi attacchi suicidi contro la minoranza cristiana, per ironia tutti di domenica – il nostro giorno sacro di culto. Il 28 ottobre 2001, di domenica, ci fu un enorme attentato terroristico alla St Dominic Church di Bahawalpur. Fu la prima terribile aggressione in cui morirono 15 cristiani e un poliziotto islamico. Il 22 settembre 2013, di domenica, un altro attacco alla All Saints Church di Peshawar provocò il martirio di 126 cristiani. Il 15 marzo 2015, sempre di domenica, un altro atto suicida contro i cristiani di Yuhannabad ha causato 26 morti e diversi feriti. L’ultimo attacco, il 27 marzo 2016, è stato condotto anch’esso di domenica. Di norma i militanti hanno scelto la domenica perché sanno che i cristiani sono riuniti in grande numero per la messa e l’adorazione.

Dal punto di vista spirituale, è rassicurante e stimolante osservare che i cristiani rimangono saldi nella loro fede, nonostante gli attacchi suicidi. A dispetto delle persecuzioni e della costante sofferenza e discriminazione, il numero dei seguaci della Chiesa in Pakistan è in aumento e ha subito un incremento repentino. La loro fede è come una roccia, che non può essere scossa. Noi crediamo nel nostro Signore Gesù. Egli ha sofferto, è morto ed è risorto il terzo giorno. Cristo è resuscitato dai morti. Non potrà più morire. Noi non abbiamo paura delle sofferenze. Cristo per noi è l’esempio per eccellenza, egli ha sofferto, è morto ed è risorto di nuovo il terzo giorno. Noi siamo seguaci del Signore Gesù Cristo vivente. Egli vive per sempre! Questa sofferenza non fa vacillare o indebolire la nostra fede. Noi professiamo con grande impegno che Gesù è Dio!

L’incidente di Lahore lascia aperte molte questioni. Perché i cristiani sono perseguitati? Perché i cristiani vulnerabili e inoffensivi sono il principale bersaglio? Credo che riceveremo le risposte nei prossimi anni. Ad ogni modo, sappiamo che le persecuzioni fanno parte della nostra storia cristiana. Questo ci conforta e ci mantiene saldi nella nostra fede – come una roccia! Noi crediamo che un giorno vinceremo. Il nostro dolore si trasformerà in gioia, le tenebre in luce e la vita trionferà sulla morte.

Molti musulmani in Pakistan ci hanno confortato. Essi piangono con noi e pregano per noi. Hanno condannato questo ignobile gesto con le parole più forti possibili. Si sono uniti a noi nelle veglie a lume di candela, durante le preghiere e hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa. La maggior parte dei musulmani del Pakistan amano la pace e condannano ogni forma di aggressione, discriminazione e attacco contro i cristiani. È solo un piccolo numero di gruppi radicali malintenzionati che attaccano noi e i musulmani. Essi aggrediscono moschee, chiese, scuole, parchi pubblici, esercito, stazioni della polizia, autobus, treni e così via. Lo scopo dei militanti è creare il panico e un senso di insicurezza.

È di conforto vedere che il nostro governo la adottato misure di sicurezza e il nostro coraggioso generale Raheel Sharif, capo di Stato maggiore dell’esercito, ha ordinato operazioni militari a tappeto nella provincia del Punjab e i colpevoli sono stati arrestati e assicurati alla giustizia. La provincia del Punjab è popolata da oltre 100 milioni di abitanti. Diversi analisti e alcuni leader politici hanno sottolineato che la provincia promuove diversi vivai di gruppi militanti.

La leadership della Chiesa cattolica in Pakistan sta facendo tutto il possibile. Essa è in lutto per i morti e in particolare per i cristiani, sta partecipando ai funerali delle vittime e sta facendo visita negli ospedali ai feriti e nelle case delle famiglie colpite da questa tragedia.

Io ho organizzato una preghiera interreligiosa al nostro Peace Center, dove potranno partecipare leader religiosi musulmani, cristiani, indù, attivisti e promotori del dialogo, della pace e dell’armonia tra le religioni. I nostri leader cristiani hanno anche domandato al governo di prendere le misure necessarie per fermare le uccisioni in nome della religione, arrestare i colpevoli e fare giustizia.

L’attuale deprimente situazione in Pakistan spinge ad avere un ruolo più attivo e positivo nel promuovere il dialogo tra cristiani e musulmani, ad organizzare seminari e discussioni pubbliche che abbiano come scopo la coesistenza pacifica e il rispetto di tutti. Noi, in quanto promotori del dialogo interreligioso islamo-cristiano, ci siamo impegnati a fare di più in questo campo. In questo modo possiamo diventare strumenti di guarigione, riconciliazione, rispetto e coesistenza pacifica. Inoltre possiamo giocare un ruolo importante per cambiare del tutto la mentalità dei radicali. Questo sembra difficile, ma non impossibile. Per noi è una delle sfide più grandi.

Nel nostro Paese è in corso una lotta incessante tra bene e male, luce e tenebre, giusto e sbagliato, amore e odio, pace e violenza, giustizia e ingiustizia, accettazione e rifiuto. Ma io sono convinto che un giorno vinceranno l’amore, la pace, la riconciliazione e l’accoglienza.

Per raggiungere questi obiettivi abbiamo bisogno delle vostre preghiere, del sostegno spirituale e morale. Con il vostro sostegno, un giorno tutti noi vinceremo! 

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