15/04/2016, 08.55
KUWAIT - ISLAM
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Rivendica la laicità dello Stato, intellettuale del Kuwait rischia il processo per blasfemia

In una intervista televisiva Sheikha al-Jassem ha affermato che la Costituzione vale più del Corano e della sharia nel regolare la vita dei cittadini. La fazione estremista islamica in Parlamento ha denunciato la donna per danni “psicologici”. Al pubblico ministero la decisione di andare a processo. In caso di condanna rischia un anno di prigione. 

Kuwait City (AsiaNews/Agenzie) - Una intellettuale, studiosa e attivista per i diritti umani in Kuwait rischia di finire a processo in base al reato di blasfemia, per aver difeso la laicità dello Stato. La procura generale ha convocato Sheikha al-Jassem, notificandole l’atto di denuncia per le parole pronunciate nel corso di una recente intervista televisiva. 

L’intellettuale kuwaitiana (nella foto) ha affermato che la Costituzione nazionale vale più del Corano e della sharia, la legge islamica, nel regolare la vita del Paese e dei suoi cittadini. Ora spetterà all’ufficio del pubblico ministero - che rappresenta l’accusa - decidere se rinviare a giudizio la donna.

Al centro della controversia l’intervista rilasciata l’8 marzo scorso da Sheikha al-Jassem al canale Kuwaiti Al-Shahed TV. L’attivista pro-diritti umani era stata invitata dai conduttori per parlare proprio della crescita dell’estremismo islamico nel Paese e nella regione. 

Nel corso del suo intervento, Jassem ha risposto a una domanda riguardante gli estremisti islamici, secondo cui la religione è più importante della Costituzione del Kuwait. In risposta, l’intellettuale ha spiegato che si tratta di un punto di vista “pericoloso” e che, a suo avviso, la politica e la religione dovrebbero restare in due ambiti ben separati. 

Jassem ha inoltre ricordato l’ondata di violenze in Medio oriente e le divisioni fra sunniti e sciiti in seno al mondo musulmano. Al proposito ha aggiunto che se ci si basa solo sui libri sacri e li si mette al centro della vita quotidiana come unica ragione fondante della legge e del diritto, è impossibile far progredire la società. 

Le sue parole hanno sollevato una ondata di indignazione in seno alla fazione estremista islamica che siede nel Parlamento locale, condita da attacchi personali alla donna e minacce. In una intervista alla Bbc Jassem ha parlato di parole “terrificanti” provenienti “non solo dal Kuwait, ma anche dall’Arabia Saudita”. 

Oltre al processo, una parte del mondo estremista islamico ha anche chiesto la sua cacciata dall’università del Kuwait, dove insegna filosofia. Durante il colloqui, il pubblico ministero le ha spiegato che il querelante si sente “ferito dal punto di vista psicologico” per le sue affermazioni. A una prima denuncia ne potrebbero seguire altre nei prossimi giorni. 

In caso di processo e relativa condanna, l’attivista rischia fino a un anno di prigione. Ciononostante, lei afferma di voler continuare il proprio lavoro e resta convinta delle proprie idee, e ringrazia per i molti attestati di affetto e sostegno che ha ricevuto. 

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