11/10/2011, 00.00
ARABIA SAUDITA
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Riyadh: arrestato giocatore colombiano, ha un tatuaggio del volto di Cristo

Juan Pablo Pino è stato fermato dalla polizia religiosa perché in un centro commerciale indossava una maglietta senza maniche che mostrava Gesù tatuato sull’omero. Gioca nella squadra dell’An-Nasr. Il suo allenatore: prima della partita “non posso fare il segno della croce, mi ammazzerebbero".
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – La polizia religiosa dell’Arabia saudita ha arrestato il 7 ottobre un giocatore di calcio colombiano in un centro commerciale della capitale perché aveva un tatuaggio con il volto di Cristo sull’omero. Juan Pablo Pino, di 24 anni, che gioca nella squadra dell’An-Nasr (la vittoria) indossava una maglietta senza maniche mentre passeggiava con la sua giovane moglie, incinta, in un centro commerciale di Riyadh.

Il tatuaggio sulla spalla sinistra ha provocato gli insulti di alcuni musulmani del posto; e l’incidente ha attratto l’attenzione della cosiddetta “polizia per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio”, che ha fermato la coppia. Secondo i giornali locali, gli agenti “hanno messo il giocatore e sua moglie su un’automobile e li hanno portati al centro di polizia". Subito dopo hanno contattato i dirigenti della società calcistica. “Pino e sua moglie sono stati consegnati a loro”.

Il club di calcio immediatamente dopo ha divulgato un comunicato, attribuito al giocatore, in cui Juan Pablo Pino esprime la sua “profonda tristezza” per l’accaduto e in cui assicura che non era sua intenzione violare le leggi del Paese. Nel comunicato il giocatore aggiunge che si trovavano nel centro commerciale “per comprare abiti musulmani per sua moglie, in modo che esca vestita in maniera rispettosa”. La moglie del giocatore, però, secondo quanto riporta il quotidiano “As-Sharq” è angosciata, e vorrebbe che lei e suo marito se ne andassero dall’Arabia saudita. Il quotidiano afferma che la società ha chiesto all’allenatore, l’argentino Gustavo Costas, e a Juan Pablo Pino, di cercare di convincerla a cambiare opinione.

Gustavo Costas a settembre ha raccontato a El Comercio, il giornale di Lima, alcuni dettagli della sua nuova vita (in precedenza allenava la squadra dell’Alianza Lima). A Lima si faceva il segno della croce prima di ogni partita, e portava il rosario al collo. “Ora non lo posso fare in pubblico; lo faccio nello spogliatoio. Se mi facessi il segno della croce, qui mi ammazzerebbero, mi lapiderebbero” ha affermato Costas. L’anno scorso il giocatore rumeno Mirel Radoi, del club Al-Hilal (la mezzaluna) ha baciato il tatuaggio della croce che aveva sul braccio dopo aver segnato un gol. Il fatto ha provocato lo scandalo fra i musulmani.
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