04/06/2012, 00.00
NEPAL
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Scendono del 39% gli investimenti esteri. Il Nepal sull'orlo del collasso economico

di Kalpit Parajuli
Instabilità politica, poca sicurezza e i continui scioperi dei sindacati fra i principali ostacoli allo sviluppo economico. Da luglio 2011 a maggio 2012 gli investimenti sono passati da 715 milioni di euro a poco più di 400.

Kathmandu (AsiaNews) - Crollano del 39% gli investimenti stranieri in Nepal. È quanto emerge da uno studio del ministero dell'Industria, che ha analizzato l'economia del Paese da luglio 2011 a maggio 2012. Secondo gli analisti, l'iniziativa del governo Bhattarai di proclamare il 2012 "Anno dell'investimento" non è servita a dare fiducia a uomini d'affari e società. Essi temono il clima di instabilità del Paese, rimasto senza un reale governo dopo lo scioglimento dell'Assemblea costituente del 27 maggio scorso e le probabili dimissioni del premier Bhattarai.

Il Nepal è tra i Paesi più poveri e meno sviluppati del mondo. Circa un quarto della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e l'agricoltura, principale fonte di reddito per circa tre quarti dei nepalesi, rappresenta un terzo del Pil.

La Golchha Organization, una delle più importanti società di investimento del Paese, attiva nel mercato locale ed estero, sostiene che fra le cause del declino dell'economia vi sono l'eccessiva politicizzazione del lavoro, la mancanza di infrastrutture ed energia. Dalla salita al potere dei maoisti nel 2008, gli imprenditori nepalesi hanno dovuto affrontare migliaia di scioperi nelle loro aziende, organizzati dai sindacati legati al partito maoista. Ciò ha scoraggiato l'apertura di nuove industrie. Fra luglio 2011 e maggio 2012 le società estere hanno investito circa 48 miliari di rupie (435 milioni di euro) aprendo 206 nuove attività. Fra il 2010 e il 2011 il dato è stato pari a 79 miliari di rupie (715 milioni di euro), con 220 industrie avviate.  

Diwakar Golchha, vice direttore dell'organizzazione, spiega che l'instabilità sociale  e il grande potere dei sindacati maoisti minacciano lo sviluppo economico e allontanano gli investitori. Essi preferiscono sostenere il settore dei servizi, come ad esempio il turismo, che presenta meno rischi rispetto a quello manifatturiero o energetico. Nel 2012, le società di servizi hanno investito in 80 nuovi progetti, per un valore di 8 miliardi di rupie (90 milioni di euro). Tuttavia il settore energetico, soprattutto quello idroelettrico attrae ancora grandi capitali e rappresenta il 47% degli investimenti fatti da luglio 2011 e maggio 2012, ma secondo gli esperti i costi sono superiori ai potenziali guadagni nel breve periodo. Nonostante l'energia idroelettrica sia l'unica risorsa energetica del Nepal, lo Stato non offre incentivi alle aziende. A tutt'oggi i progetti di dighe avviati in attesa di essere completati sono cinque. 

Secondo Kush K Kosshi, presidente della Federazione delle industrie della Camera di commercio nepalese (Fncci), "i futuri scenari politici determineranno lo sviluppo del Paese". Se i leader non riescono a trovare una soluzione allo stallo in cui si trova il Paese e a garantire sicurezza ad aziende e società, dobbiamo avere paura". Nel timore di un collasso dell'economia nei prossimi mesi, anche Cina e India, i principali partner economici di Kathmandu, utilizzano la tattica dell'"aspetta e vedi". 

Lo scorso 27 maggio, l'Assemblea costituente eletta nel 2008 si è sciolta per una diatriba fra partiti riguardante la scrittura della nuova Costituzione, che a tutt'oggi resta solo una bozza. Da diversi giorni centinaia di manifestanti stazionano davanti ai palazzi delle istituzioni per protestare contro la classe politica, accusata di guardare solo ai propri interessi e non a quelli della popolazione. Le autorità temono nuovi attacchi contro persone ed edifici legati al potere politico. Per evitare tumulti e proteste, le autorità hanno dispiegato migliaia fra poliziotti e soldati nelle principali città del Paese.  

 

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