15/06/2011, 00.00
MYANMAR
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Scontri fra esercito birmano e Kachin: 20 morti, operai cinesi in fuga

Nella zona interessata dal conflitto sorgerà una centrale idroelettrica, per rifornire di energia la Cina. La battaglia è iniziata ieri e potrebbe segnare la fine della tregua fra governo centrale e ribelli. Nel 2010 record di investimenti esteri in Myanmar: 20 miliardi di dollari, Pechino detiene il primato con 8,27 miliardi.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) - Continuano gli scontri fra esercito birmano e truppe ribelli nello Stato Kachin, nel nord del Myanmar al confine con la Cina. Nell'area interessata dal conflitto sta sorgendo una centrale idroelettrica di grandi dimensioni, finanziata da Pechino e che ha sollevato già in passato forti polemiche. La battaglia fra i due eserciti ha causato la morte di quattro ribelli e di 16 soldati governativi. Oltre 2mila persone hanno abbandonato la zona, molti dei quali lavoratori cinesi fuggiti oltreconfine.

Il conflitto è divampato nel tardo pomeriggio di ieri. Le truppe dell'esercito birmano avrebbero strappato ai ribelli una roccaforte situata in un punto chiave sulle montagne. James Lum Dau, portavoce del Kachin Indipendent Army (Kia), non esclude che il conflitto possa "diffondersi in molte aree" e accusa l'esercito birmano di muoversi in punti controllati dal gruppo armato ribelle. Fra le vittime vi sarebbe anche un soldato Kia, catturato e torturato a morte dai governativi, ma la notizia non è verificata da fonti indipendenti; al momento, il regime birmano non ha voluto rilasciare commenti ufficiali.

L'area teatro degli scontri è localizzata attorno a Momauk, cittadina nello Stato Kachin situata a poca distanza dal confine con la Cina. Nella zona la compagnia China Datang Corp sta costruendo una centrale idroelettrica, per rifornire il mercato e le industrie cinesi. Quando sono iniziati gli scontri nei pressi della diga sul fiume Taping vi erano circa un centinaio fra ingegneri e operai cinesi, rientrati in patria in tutta fretta. A loro si sono aggiungi quasi 2mila abitanti dei villaggi, in fuga dalla guerra. Fonti cinesi aggiungono che 30 operai sono rimasti coinvolti nel conflitto e ora si trovano nelle mani dell'esercito governativo.

Lo scontro fra ribelli Kachin ed esercito birmano è il conflitto più serio dal marzo scorso, quando la giunta militare ha trasferito i poteri nelle mani di un governo civile in seguito alle elezioni politiche del novembre 2010. Secondo i critici si è trattato di una operazione di facciata, perché il comando resta ben saldo nelle mani del generalissimo Than Shwe, capo della giunta.

Secondo gli esperti, la costruzione di dighe in territorio birmano da parte di aziende cinesi ha causato tensioni e rivolte. Per il governo centrale è occasione di affari, a discapito delle popolazioni locali il cui ecosistema viene stravolto. Nel 2010 si sono verificati diversi attentati nei cantieri delle centrali idroelettriche. Inoltre, a dispetto delle sanzioni imposte da Stati Uniti e Unione Europea, nello scorso anno fiscale il Myanmar ha ricevuto investimenti esteri record, con un volume di affari di circa 20 miliardi di dollari. Fra questi Pechino detiene il primato, con 8,27 miliardi di dollari per un totale del 41%. 

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