06/11/2018, 10.57
COREA
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Seoul, Moon chiede alla politica di ‘dare il benvenuto a Kim Jong-un’

di Joseph Yun Li-sun

Il presidente sudcoreano ha incontrato i leader dei cinque partiti presenti in Parlamento. Sul tavolo una dichiarazione comune di buona volontà nei confronti del dittatore nordcoreano. La storica visita del “Giovane maresciallo” a Seoul, prevista entro la fine dell’anno. Ma la società è spaccata.

Seoul (AsiaNews) – Il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha chiesto ai leader dei cinque partiti presenti in Parlamento di firmare una dichiarazione di benvenuto per il dittatore del Nord, Kim Jong-un. Questi, secondo gli accordi presi durante lo storico summit di Panmunjon, dovrebbe visitare il Sud entro la fine del 2018. La data non è ancora fissata, anche perché la Casa Blu – residenza del leader sudcoreano – attende di capire se e quando si svolgerà il bilaterale fra Washington e Pyongyang.

Moon ha incontrato la delegazione parlamentare e ha espresso la speranza di vedere un documento condiviso, scritto in spirito bipartisan. Il summit è durato tre ore. Hong Young-pyo, capogruppo dei democratici, racconta: “Il presidente ha confermato che sono in corso i preparativi alla visita di Kim in Corea del Sud”. Kim Kwan-young, repubblicano, aggiunge: “Ha chiesto un testo di benvenuto siglato dall’Assemblea nazionale, ma prima ne dovremo discutere all’interno dell’organo legislativo”.

L’incontro nasce dagli accordi presi dalla politica sudcoreana lo scorso agosto 2018. Nell’ottica di perseguire scopi comuni, il presidente ha chiesto ai gruppi parlamentari un incontro – a cadenza trimestrale – attraverso il quale trovare una quadra sugli argomenti di interesse nazionale senza divisioni partitiche. In quest’ottica, il meeting di ieri ha preparato un piano comune per incentivare la natalità e migliorare i modelli di business. Trovato un accordo anche per debellare la guida in stato di ebbrezza e il fenomeno delle riprese a scopo sessuale senza il consenso degli interessati.

Tuttavia, la posizione riguardo la pacificazione della penisola coreana rimane il tema più spinoso nell’agenda politica di Moon. I sondaggi mostrano infatti che la società civile è spaccata in due sul tema: da una parte ci sono i favorevoli – di tendenza politica democratica – che la ritengono l’unica strada per lo sviluppo integrale del Paese; dall’altra i contrari – di tendenza repubblicana – che temono le ripercussioni soprattutto dal punto di vista economico.

Per quanto suggestivo, infatti, il paragone con le due Germanie del secolo scorso non regge. La Corea del Nord non può vantare il sistema industriale pesante che – grazie all’Unione Sovietica – manteneva l’economia della Germania Est. Allo stesso modo, non è pensabile un assorbimento in tempi rapidi dell’enorme manodopera nordcoreana nel sistema industriale del Sud, avanti anni luce rispetto alle conoscenze e ai modelli di business del Nord.

La stessa Chiesa cattolica è spaccata. Se da una parte si predica e si opera a favore dell’assorbimento dei nordcoreani nella società, una parte rilevante della comunità dei fedeli ritiene “un disastro” l’ipotesi di aprire le frontiere e allontanare i militari americani di stanza in Corea.

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