20/02/2019, 13.04
COREA DEL SUD
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Soldi a chi sposa una straniera: istituzioni accusate di favorire la tratta di donne

Lo scopo dell'iniziativa di alcune amministrazioni locali è contrastare l'esodo dalle campagne. Gli incentivi vanno dai 2.355 ai 7.850 euro, a seconda del governo. La maggior parte delle spose proviene dal Vietnam (73%), seguite da altri Paesi del sud-est asiatico. I critici: "Con nozze come lo shopping, barriere linguistiche e problemi di diritti umani". Le donne provenienti dall'Uzbekistan sono le più "costose".

Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Oltre 35 governi municipali della Corea del Sud offrono aiuti economici ai cittadini che convolano a nozze con spose straniere, al fine di accrescere una popolazione rurale in declino da circa 30 anni ed arginare l'esodo dalle campagne verso le grandi città. Gli esperti sollevano preoccupazioni per le leggi emanate dalle amministrazioni locali, accusate di incoraggiare una tratta che parte soprattutto dall'Asia sud-orientale.

I controversi incentivi, che a seconda del governo municipale vanno dai 3 ai 10 milioni di won (da 2.355 a 7.850 euro), mirano a sostenere gli scapoli sudcoreani che faticano a trovare moglie. La contea di Yangpyeong, nella provincia nord-occidentale di Gyeonggi, fornisce 10milioni di  won agli uomini locali di età compresa tra i 35 ei 55 anni che non sono mai stati sposati e vivono nella zona da più di tre anni. Questi lavorano tutti nell'agricoltura, nella pesca e nelle industrie forestali.

La contea di Yangpyeong ha adottato la legge nel 2009. Fonti governative riportano che, ad oggi, ha ricevuto i fondi il 10% delle famiglie multiculturali registrate all'epoca. La maggior parte delle spose provegono dal Vietnam, seguite da altri Paesi del sud-est asiatico. Sebbene il programma sia rivolto agli uomini, è supervisionato da un funzionario responsabile per il benessere delle donne nell'Ufficio della contea per la parità di genere e la famiglia.

I critici come Jang Han-up, direttore dell'Ewha Multicultural Research Institute, denunciano che tale forma di matrimonio "consiste di fatto nell'acquisto di una sposa,  un'unione basata sul denaro piuttosto che sull'amore". "Un tale approccio alle nozze come shopping porta a barriere linguistiche e problemi di diritti umani. Loro (le spose straniere) sono vulnerabili agli abusi, trattate come proprietà e rischiano assumere il ruolo di governanti o di un oggetto sessuale", dichiara Jang.

Secondo un'indagine condotta dalla Commissione nazionale per i diritti umani della Corea, il 42,1% delle spose migranti ha subito violenze domestiche ed il 68% è stato costretto a rapporti sessuali indesiderati. Il sussidio per le unioni internazionali copre parte delle le spese per il matrimonio, comprese quelle per viaggio, alloggio e intermediazione. Dopo aver selezionato un certo numero di candidate sul sito web di un'azienda organizzatrice di matrimoni, gli uomini della Corea del Sud in genere raggiungono il Paese estero per incontrare le donne di persona.

Redatto dal ministero di Seoul per l'Uguaglianza di genere e la Famiglia, uno studio del 2017 rivela che sposare donne provenienti dall'Uzbekistan comporta le spese maggiori: in media 18,3 milioni di won (14.375 euro); a seguire, vi sono le Filippine con 15,2 milioni di won (11.940 euro); la Cambogia con 14,4 milioni di won (11.312 euro); il  Vietnam con 14,2 milioni di won (11.155 euro); la Cina 10,7 milioni di won (8.405 euro). Nei matrimoni internazionali tra uomini sudcoreani e donne straniere, le vietnamite rappresentano il 73% delle spose. In media, ci vogliono 3,9 giorni dal primo incontro della coppia alla camminata verso l'altare. In termini di età, gli sposi coreani hanno una media di 43,6 anni e le spose straniere 25,2, mostrando una differenza media di età di 18,4 anni.

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