29/04/2015, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka, abolita la “presidenza assoluta”. Vittoria storica per la democrazia

di Melani Manel Perera
Il Parlamento ha approvato il 19mo emendamento, che reintroduce limiti temporali al mandato presidenziale e ne riduce i poteri. Società civile: “Una benedizione per il popolo e la nazione”. La precedente modifica costituzionale aveva trasformato il Paese in una semi dittatura.

Colombo (AsiaNews) – Finisce il regime di “presidenza assoluta” in Sri Lanka. Dopo un lungo dibattimento ieri sera il Parlamento ha passato il 19mo emendamento della Costituzione, che reintroduce limiti temporali al mandato presidenziale e ne riduce i poteri. Una “conquista storica e una benedizione” per il Paese, secondo attivisti per i diritti umani, sacerdoti e membri della società civile. Lo stesso presidente Maithripala Sirisena, che in campagna elettorale aveva promesso di introdurre la modifica, ha dichiarato: “Sono finiti i giorni in cui la comunità internazionale giudica un altro Paese in base al colore della pelle. Oggi contano solo il livello di democrazia, il buon governo, i diritti umani e il comportamento onesto dei politici. Oggi siamo diventati una nazione che non ha nemici”.

Un totale di 215 parlamentari su 225 ha votato in favore dell’emendamento. Oltre a reintrodurre il limite del doppio mandato (5+5), il 19mo emendamento toglie al presidente il potere di dissolvere il Parlamento prima del completamento di quattro anni e mezzo di governo.

L’8 settembre 2010 il Parlamento dello Sri Lanka aveva approvato una modifica costituzionale (18mo emendamento) volta a rafforzare i poteri del capo di Stato e a rimuovere il limite di due mandati per l’esercizio della carica presidenziale. L’emendamento concedeva inoltre al presidente di nominare in modo diretto ed esclusivo di alcune cariche di rilievo, come il presidente della Corte suprema.

La mossa era stata spinta dall’allora presidente Mahinda Rajapaksa come “necessaria” per far riprendere il Paese dopo quasi 30 anni di guerra civile, finita nel maggio 2009. Di fatto, il 18mo emendamento ha trasformato il governo di Rajapaksa in una semi dittatura – come spesso l’hanno additata attivisti per i diritti umani – nella quale sono stati commessi molti abusi, favorendo un sistema di corruzione e limitazione delle libertà personali.

Il 27 aprile il movimento Purawesi Balaya (“Potere ai cittadini”) ha organizzato una marcia pacifica a sostegno del 19mo emendamento, a cui hanno partecipato migliaia di persone di ogni religione, e associazioni della società civile.

Il venerabile Maduluwawe Sobitha Nayaka Thera, presidente del National Movement for the Social Justice, ha spiegato: “È da 35 anni che subiamo le conseguenze di questa presidenza esecutiva. Un intero Paese, a prescindere dalle differenze religiose ed etniche, è qui per chiedere di abolire questo sistema e di non opporsi alla democrazia”.

P. Sarath Iddamalgoda, sacerdote cattolico e attivista per i diritti umani, ha definito l’approvazione del 19mo emendamento come “essenziale per la democrazia e per la salvezza del Paese e del suo popolo. Con il 18mo emendamento l’ex presidente ha acquisito poteri dittatoriali e ha commesso molti abusi”.

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