27/04/2019, 11.01
SRI LANKA
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Stragi di Pasqua, card. Ranjith: La colpa non è delle religioni (Video)

L’arcivescovo di Colombo incontra gli ambasciatori dei Paesi islamici: “Quanto successo non è qualcosa di politico o religioso, bensì il risultato delle azioni di alcune persone fuorviate". Nel frattempo, proseguono le indagini sui massacri. Nella notte, scontro a fuoco tra militari e islamisti: 15 morti, tra cui sei bambini. Per timore di nuovi attacchi, cancellate le messe domenicali: cattolici invitati a restare i casa.

Colombo (AsiaNews) – La comunità islamica dello Sri Lanka “non è in alcun modo responsabile” per le stragi di Pasqua. Lo ha dichiarato il card. Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, arcivescovo di Colombo, al termine dell’incontro di questa mattina con l’Associazione degli ambasciatori dei Paesi islamici. I dignitari stranieri hanno fatto visita al presule, per esprimere ai cattolici la solidarietà ed il sostegno del mondo musulmano. Nel frattempo, per timore di nuovi attacchi alle chiesse i leader cattolici dello Sri Lanka cancellano per un tempo indefinito le celebrazioni domenicali ed invitano i fedeli a restare in casa.

“Sono – ha affermato il cardinale – molto felice e grato nei confronti degli ambasciatori dei Paesi islamici, che sono venuti qui per esprimere la loro vicinanza ed assicurarci che quanto successo non è qualcosa di politico o religioso, bensì il risultato delle azioni di alcune persone fuorviate. Forse vi sono anche altre forze dietro costoro, ma esse non hanno alcun legame con l’islam. Abbiamo garantito agli ambasciatori che apprezziamo la comunità islamica in Sri Lanka. L’aiuteremo, affinché questi incidenti non danneggino in alcun modo l’armonia e la pace che esistono tra di noi: cristiani, buddisti, indù e musulmani insieme. Dobbiamo amare lo Sri Lanka, nazione multireligiosa e unita”.

“Siamo venuti qui per esprimere a Sua Eminenza la nostra più profonda solidarietà e le condoglianze per conto dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oic). La principale vittima di questi attacchi terroristici è la comunità cristiana dello Sri Lanka. Abbiamo discusso con Sua Eminenza l’importanza dell’armonia tra le comunità e la coesistenza tra religioni e culture”, ha dichiarato uno dei diplomatici presenti. Il gen. Shahid Ahmad Hashmat, ambasciatore pakistano in Sri Lanka, ha ribadito: “In rappresentanza di governo e popolo del Pakistan, condanniamo con le parole più forti questi tragici e barbarici atti. Come ha detto Sua Eminenza, il terrorismo non ha religione né nazionalità”.

Nel frattempo, proseguono le indagini sui massacri. Questa mattina le autorità hanno rinvenuto i corpi di 15 persone, tra cui sei bambini, sul luogo di un feroce scontro a fuoco tra le Forze di sicurezza e sospetti militanti islamisti sulla costa orientale dello Sri Lanka. La sparatoria è scoppiata ieri sera nella città di Sainthamaruthu (distretto di Ampara), a sud di Batticaloa. Un portavoce della polizia riferisce che tra le vittime vi sono tre sospetti attentatori suicidi. Colpito dal fuoco incrociato, un bambino è ora ricoverato in ospedale.

Sumith Atapattu, portavoce dell’esercito, dichiara che quando i militari si sono diretti verso l’edificio dove si è svolto il conflitto, gli islamisti hanno innescato tre esplosioni e sparato raffiche di colpi. “Le truppe – racconta – si sono vendicate e hanno fatto irruzione nella casa, dov’era custodita un’ingente quantità di materiale dinamitardo”. I militanti sono sospettati di essere membri del National Towheed Jama'at (Ntj), gruppo ritenuto responsabile per le stragi di Pasqua. Le autorità hanno rinvenuto materiale per fabbicare bombe, dozzine di bastoncini di gelatina e migliaia di sfere metalliche anche in un’altra casa della stessa zona.

(Ha collaborato Nirmala Carvalho).

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