10/08/2017, 14.58
RUSSIA - UCRAINA
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Un ponte Tra Russia e Crimea: Kiev denuncia la chiusura dello Stretto di Kerch

Mosca chiude in modo unilaterale la navigazione delle acque internazionali per favorire la costruzione. Consentito il passaggio solo alle navi russe. Gravi danni alla fragile economia ucraina. Le città di Mariupol e Berdiansk, lungo la riva settentrionale del Mare di Azov, sono le maggiori esportatrici dell'acciaio ucraino in occidente. Le azioni del governo russo contravvengono un trattato siglato nel 2003 fra i due Paesi. Nel 2014 l’annessione della Crimea alla Russia.

Mosca (AsiaNews/Jamestown Foundation) – Il ministero delle Infrastrutture dell'Ucraina intende denunciare presso l'Organizzazione marittima internazionale la decisione del governo russo di chiudere in modo unilaterale la navigazione delle acque internazionali dello Stretto di Kerch. La chiusura vorrebbe favorire la costruzione di un ponte che colleghi il suolo russo al territorio occupato della Crimea. Il governo ucraino sta raccogliendo i dati per valutare i danni economici che potrebbero derivare dalle chiusure, annunciate in giugno da Mosca e che interesseranno 23 giorni tra agosto e settembre 2017.

Lo Stretto di Kerch è la porta che collega il Mar Nero al Mare di Azov. Le città strategiche portuali di Mariupol e Berdiansk, lungo la riva settentrionale del mare, esportano gran parte dell'acciaio ucraino in occidente. Perciò, la chiusura dello stretto di Kerch per un tempo così prolungato avrebbe un effetto debilitante sulla fragile economia ucraina.

Mosca ha disposto la prima chiusura al traffico marittimo, ad eccezione delle imbarcazioni russe, tra le 6.00 e le 18.00 di ieri. Secondo le stime, la costruzione del ponte sullo stretto, lungo quasi 20 chilometri, costerà circa 3 miliardi di dollari. Il completamento della sezione stradale della struttura è prevista per dicembre 2018, mentre il collegamento ferroviario sarà ultimato l'anno successivo.

Le azioni del governo russo contravvengono un trattato siglato fra i due Paesi. Nell'ottobre del 2003, le ostilità tra l'Ucraina e la Russia sono quasi esplose in un incidente noto come la crisi dello Stretto di Tuzla, quando la Russia ha iniziato a costruire una diga dalla penisola di Taman all'isola di Tuzla. La crisi internazionale ha portato all'accordo del 2003 sull'uso del Mare di Azov e dello stretto di Kerch.

Il 24 dicembre 2003, la Russia e l'Ucraina hanno concluso un accordo. Il documento stabilisce che il Mare di Azov è una via d'acqua interna per entrambi i Paesi. L'accordo del 2003 afferma inoltre che i mercantili e le altre navi statali non commerciali battenti bandiere russa e ucraina hanno libera navigazione in queste acque.

La Crimea, regione a maggioranza russofona, è stata annessa alla Russia dopo il controverso referendum del 16 marzo 2014. Gli abitanti avevano espresso la volontà di tornare sotto la sovranità di Mosca. La votazione, a cui ha partecipato l’81.3% degli aventi diritto, si è conclusa con il 96.77% dei “sì”. Il referendum, considerato illegale dalla Corte costituzionale ucraina, non è tuttavia riconosciuto dalla maggioranza dei governi mondiali.

Nei giorni seguenti le consultazioni, circa 20mila militari russi privi di mostrine hanno preso il controllo della penisola. Con la costruzione del ponte, la Russia intende manifestare la forte unità fra la penisola e la "madrepatria".

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