19/09/2007, 00.00
LIBANO
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Vescovi maroniti: i deputati non boicottino l’elezione del presidente

di Youssef Hourani
Al termine della loro riunione mensile i presuli affermano che per i parlamentari partecipare al voto è “un dovere”. Nessuna indicazione di nomi, ma un profilo del futuro capo dello Stato. Attesa per l’incontro del card. Sfeir con Nabih Berri.
Beirut (AsiaNews) – E’ “dovere” dei parlamentari prendere parte alla elezione del presidente della Repubblica, perché “nessuno può boicottare la propria patria”. C’è una forte chiamata al senso di responsabilità dei deputati a prendere parte al voto in programma il 25 settembre, nell’appello diffuso oggi dai vescovi maroniti al termine della loro riunione mensile.
 
Riuniti a Bkerke sotto a presidenza del patriarca Nasrallah Sfeir, rientrato domenica da una serie di incontri in Vaticano, i vescovi, come già il card. Sfeir, non hanno fornito alcuna informazione sul nome della persona che ritengono giusta per ricoprire la massima carica dello Stato – per tradizione costituzionale riservata ad un cristiano maronita – ma ne hanno tracciato un profilo. Il presidente, così, deve essere "integro, audace, indipendente, uomo pacifico, colto, rispettato, capace di risolvere tutti i problemi politici, economici e quello del problema del flusso migratorio che ferisce gravemente il Paese”, avendo causato la partenza di più di un milione di giovani, di tutte le confessioni religiose. Sempre in tema di elezione presidenziale, c’è attesa, infine, per la visita che il presidente del Parlamento, Nabih Berri, dovrebbe compiere al patriarca Sfeir entro le prossime 72 ore.
 
Il messaggio dei vescovi ribadisce poi l’attaccamento dei presuli alla formula che ha fatto del Libano un laboratorio, “un messaggio”, dove possono convivere seguaci di 18 confessioni religiose. I vescovi rinnovano poi il loro appello alla comunità internazionale perché aiuti questo Paese a risolvere il problema del suo debito estero che supera 40 miliardi di dollari americani.
I Vescovi maroniti,alla fine del loro ottavo appello hanno indirizzato il loro omaggio all'esercito libanese che ha potuto eliminare la presenza dei fondamentalisti nel campo di Nahr el Bared ed hanno presentato le loro condoglianze ai familiari di 170 soldati caduti.
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