10/02/2012, 00.00
MYANMAR
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Yangon, fermato il leader della Rivoluzione zafferano, era libero da un mese

Nelle carceri birmane Ashin Gambira scontava una condanna a 68 anni di galera. Dal rilascio, egli avrebbe violato i termini di libertà condizionata, rompendo i sigilli di tre monasteri chiusi dalle autorità.
Yangon (AsiaNews) - Questa mattina le autorità birmane a Yangon hanno "prelevato" il monaco dissidente Ashin Gambira per "accertamenti". Il fermo di oggi arriva a meno di un mese di distanza dalla liberazione del leader religioso (cfr. AsiaNews 13/01/2012 Liberati detenuti politici birmani di primo piano), che ha trascorso gli ultimi tre anni in prigione per aver guidato la Rivoluzione zafferano dei monaci birmani del settembre 2007, repressa nel sangue dalla giunta militare. Insieme a lui, il decreto presidenziale di grazia aveva portato alla scarcerazione di centinaia di prigionieri politici di primo piano, segno di un tentativo di riforme avviate dal governo per rientrare a pieno titolo in seno alla comunità internazionale e ottenere la presidenza dei Paesi Asean - associazione che riunisce 10 nazioni del Sud-est asiatico - nel 2014.

Il tribunale birmano aveva condannato Gambira a 68 anni di galera. Dal suo rilascio, egli ha più volte violato i termini della libertà condizionata facendo irruzione in monasteri chiusi dalle autorità o rilasciando interviste molto critiche nei confronti della leadership politica (cfr. AsiaNews 17/01/2012 Ashin Gambira: riforme di facciata, il governo birmano viola diritti umani e libertà religiosa). Un funzionario birmano, in condizione di anonimato, ha confermato all'Afp che "[Gambira] è stato portato via questa mattina dal suo monastero per accertamenti, dopo che ha rotto i sigilli a tre monasteri dal suo rilascio".

Il fermo del leader religioso giunge in un momento cruciale della vita politica del Myanmar: proprio oggi, infatti, inizia ufficialmente la campagna elettorale in vista del voto del primo aprile, in cui dovranno essere scelti 40 parlamentari chiamati a ricoprire i seggi vacanti. Nel contesto, appare scontata la vittoria della leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi, impegnata in queste settimane in una campagna elettorale per tutto il Paese. La possibilità concessa alla leader dell'opposizione democratica di concorrere per un seggio in Parlamento è solo l'ultima di una serie di riforme attuate dal nuovo governo birmano, retto per oltre 50 anni da una ferrea dittatura militare. L'esecutivo - pur legato e formato da molti ex generali e alti ufficiali dell'esercito - è salito al potere lo scorso anno, in seguito alle elezioni del novembre 2010 caratterizzate dall'assenza della Nobel per la pace, la cui condanna agli arresti domiciliari si è conclusa nelle settimane successive al voto.

Da quel momento il regime ha avviato una serie di riforme, fra cui il reintegro della Lega nazionale per la democrazia (Nld) nel panorama politico nazionale, il raggiungimento del cessate il fuoco con una parte dei gruppi etnici ribelli e il rilascio di diverse centinaia di prigionieri politici. Nei giorni scorsi il governo statunitense ha rimosso parte delle sanzioni economiche e commerciali che da due decenni gravano sul Myanmar, mentre l'Unione europea deve ancora pronunciarsi in materia. Il voto di aprile rappresenta un test importante per il governo birmano e un possibile sviluppo delle relazioni internazionali.
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