08/04/2024, 11.42
SRI LANKA
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'I diritti umani entrino nei programmi delle scuole dello Sri Lanka'

di Melani Manel Perera

La Commissione per i diritti umani durante un forum a Colombo ha chiesto una riforma scolastica che ponga al centro i diritti. L'iniziativa porta l'attenzione alle persone discriminate nel Paese, come i lavoratori tamil. A dicembre presentate linee guida su come agire durante gli arresti: "24 persone prese in custodia sono morte durante la detenzione", denuncia Nimal Punchihewa.

Colombo (AsiaNews) - È in atto uno strutturato tentativo di far entrare il campo di studi dei diritti umani nelle scuole singalesi, includendolo nei curricula scolastici. L’obiettivo consiste nel sensibilizzare la comunità sui diritti della popolazione, soprattutto delle persone appartenenti a minoranze, come i lavoratori delle piantagioni di etnia tamil e le persone Lgbtq+. Se ne è parlato negli ultimi giorni ad un incontro con la stampa tenuto presso lo Sri Lanka Foundation Institute (SLFI) a Colombo, in cui sono intervenuti i membri della Commissione per i diritti umani dello Sri Lanka (HRCSL).

Thaiyamuthu Thanaraj, professore e commissario dell’HRCSL, in questa occasione ha dichiarato che l’ente sta lavorando in sinergia con l'Istituto nazionale per l'istruzione (NIE), e che il progetto è appoggiato dal Ministero dell’Istruzione, che ha dato una risposta positiva in merito all’attuazione delle riforme proposte. A essere formati sul tema dei diritti umani saranno anche gli insegnanti, ai quali sarà dedicata una specifica formazione. HRCSL sta già percorrendo questa strada con sessioni di formazione a livello scolastico, ma è chiaro che non sono sufficienti per sensibilizzare al meglio la popolazione dello Sri Lanka sull’ampio tema dei diritti. Per questo motivo Thanaraj ha sottolineato che è importante introdurre la materia “diritti umani” nelle scuole, sia per studenti che per insegnanti. 

Nel frattempo la Commissione per i diritti umani dello Sri Lanka sta sta esaminando a fondo le sfide affrontate dalle comunità minoritarie e dai gruppi emarginati, come i lavoratori delle piantagioni. Il 90% dei lavoratori delle piantagioni, ha sottolineato il prof. Thanaraj, è ancora al di sotto della soglia di povertà; è infatti presente un enorme divario tra il loro tenore di vita e quello delle altre categorie di lavoratori. “La comunità tamil delle piantagioni è parte integrante della comunità dello Sri Lanka. Per ragioni storiche, questa comunità è stata trascurata e, a causa di questi lunghi anni di negligenza, le sue condizioni socioeconomiche sono molto carenti rispetto al Paese”, ha detto il commissario. 

A loro e alle altre persone discriminate HRCSL dedica l’attenzione e indirizza il proprio impegno. “Non possiamo lasciare questa comunità così com’è, dobbiamo fare del lavoro extra per portare sollievo alla comunità”, continua Thaiyamuthu Thanaraj. Per questo motivo è in corso una ricerca dalla quale emergerà un quadro completo delle loro condizioni, sottolineandone le cause. “Scopriremo qual è il vero problema che stanno affrontando. Quindi, realizzeremo una pubblicazione che sarà sostenuta dalla comunità internazionale e dal governo dello Sri Lanka, per favorire il loro sviluppo. Così diventeranno parte integrante della società singalese e saranno felici”, è stato annunciato. La ricerca riguarderà soprattutto nelle aree di Rathnapura, Deniyaya e Hatton, ma è stato annunciato uno studio anche in quelle di Badulla, Kurunegala e Kegalle.

“Diversi rapporti preparati dall'HRCSL su alcuni incidenti controversi e questioni sociali che non sono ancora stati pubblicati, saranno presto diffusi dalla Commissione per la consultazione pubblica” ha detto alla stampa la prof.ssa Fathima Farzana Haniffa. Tra questi sarà pubblicato anche il rapporto preparato dalla Commissione sui disordini sociali avvenuti a Kandy nel 2018. Il commissario Nimal Punchihewa ha detto ad AsiaNews che HRCSL ha preparato delle linee guida per i dipartimenti competenti che si relazionano con le persone, compresa la polizia; linee su come, ad esempio, si dovrebbe agire durante un arresto. “Nell'ultimo anno, 24 persone prese in custodia sono morte durante la detenzione. Allo stesso modo, altre 11 persone sono morte a causa degli scontri avvenuti durante gli arresti”, denuncia. 

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