21/12/2022, 09.37
GIAPPONE
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Aichi: uomo morto in detenzione, polizia giapponese accusata di abuso di potere

di Guido Alberto Casanova

La vittima, che soffriva di schizofrenia e di cui non si conosce il nome, era stata arrestata alla fine del mese scorso. Secondo le ricostruzioni, lo hanno ammanettato e messo in cella di isolamento senza cibo e cure mediche. Riflettori su vicende simili.

Tokyo (AsiaNews) – Negli ultimi giorni i giornali giapponesi hanno riportato la notizia della morte di un detenuto nella stazione di polizia di Okazaki, nella prefettura di Aichi. La vittima sarebbe un 43enne affetto da schizofrenia, trovato morto nella cella d’isolamento lo scorso 4 dicembre. La polizia lo aveva arrestato il 25 novembre.

La prefettura di Aichi ha aperto una indagine sull’accaduto e il 16 dicembre ha sequestrato alcuni hard disk della stazione di polizia in questione, i cui agenti sono sospettati di aver volontariamente abusato della propria autorità per infliggere sofferenze. Dalle prime ricostruzioni sembra che l’uomo (di cui non è noto il nome) sia stato tenuto ammanettato in una cella di isolamento per circa 140 ore, senza cibo e senza i medicamenti necessari per il diabete da cui era affetto. Alcuni filmati visionati dalla polizia riprendono inoltre le percosse inflitte al detenuto.

Secondo quanto raccontato dal padre della vittima, l’uomo ha iniziato a soffrire di schizofrenia nel 2016. La sera dell’arresto la polizia sarebbe stata chiamata da alcuni passanti, insospettiti dall’uomo che probabilmente si era perso e chiedeva indicazioni. Dopo essere stato accompagnato nella stazione di polizia il detenuto avrebbe cominciato a inveire e comportarsi in maniera violenta, per cui la polizia lo avrebbe condotto nella cella d’isolamento per poi mettergli le manette dopo che questo si era spogliato. L’uomo è stato lasciato lì per alcuni giorni e il 4 dicembre è stato ritrovato morto.

La legge giapponese sulla detenzione prevede la possibilità di legare o ammanettare i detenuti quando necessario, ma prevede che ciò debba avvenire in un quadro di trattamento dignitoso del detenuto. La stessa legge stabilisce anche l’obbligo di nutrire i detenuti che non abbiano assunto cibo o liquidi. Il trattamento degradante e la mancanza di cure a cui la polizia ha sottoposto l’uomo sono un caso molto grave di abuso di potere.

Purtroppo però non si tratta dell’unico, perché negli ultimi giorni sono emerse alcune altre indiscrezioni che macchiano la reputazione delle strutture detentive giapponesi. Altre tre persone sarebbero state maltrattate dalle guardie nella prigione di Nagoya, riportando lesioni fisiche in volto, mentre a Osaka tre membri della polizia sono sospettati di aver falsificato i documenti relativi al suicidio di un uomo che era sotto la custodia. Inoltre, sempre a Osaka, un altro detenuto è morto due giorni dopo aver chiesto l’intervento di un dottore per febbre e difficoltà respiratorie: la richiesta era stata negata dalle autorità di polizia che in avrebbero dovuto prendersene cura.

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