03/09/2025, 12.31
MYANMAR - CINA - INDIA
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All’incontro di Tianjin chi ha vinto davvero è il generale Min Aung Hlaing

Al summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai a Tianjin, Pechino per la prima volta ha definito il generale golpista “presidente ad interim del Myanmar”, rafforzando la giunta militare. Negli stessi giorni Delhi ha annunciato l’invio di esperti per monitorare le elezioni di dicembre, mentre sono stati firmati diversi nuovi accordi economici. Xi Jinping ha promesso l’inclusione di Naypyidaw come membro a pieno titolo della SCO, consolidando l’integrazione del Myanmar nelle piattaforme regionali a guida cinese.

Tianjin (AsiaNews/Agenzie) - Il governo militare del Myanmar ha ottenuto un’ulteriore legittimazione prendendo parte all’ultimo vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO), che si è concluso lunedì a Tianjin, nella Cina settentrionale. Il generale birmano Min Aung Hlaing, responsabile del colpo di Stato che nel 2021 ha aperto la strada alla guerra civile, ha ottenuto importanti riconoscimenti diplomatici non solo da Pechino, ma anche da New Delhi. 

Il benvenuto riservato a Min Aung Hlaing in Cina è stato di alto livello, e non ha riguardato solo tappeti rossi e limousine scintillanti, ma anche il riconoscimento formale del generale a capo del governo dell’ex Birmania. Per la prima volta dal golpe del 2021, infatti, il ministero degli Affari esteri cinese ha utilizzato il titolo di “presidente ad interim del Myanmar”, anziché dell’espressione “leader del Myanmar” per riferirsi al capo dell’esercito, utilizzata negli ultimi quattro anni da Pechino nel tentativo di mantenere una maggiore ambiguità strategica.

Secondo i commentatori si tratta di una decisione che legittima i piani politici di Min Aung Hlaing, in particolare quelli relativi alle elezioni nazionali, programmate per dicembre in circa 300 coscrizioni elettorali, molte della quali sotto il controllo dei gruppi armati che compongono le forze di resistenza anti-golpe. Finora sono stati censiti solo 145 collegi elettorali su 330. 

Secondo gli osservatori esterni non possono che risultare elezioni farsa, considerato che l’esercito birmano controlla solo una parte del territorio e sta continuando a combattere contro le diverse milizie etniche che si oppongono al regime militare. Proprio per questo, tuttavia, agli occhi della giunta militare birmana è importante il sostegno degli altri attori asiatici come la Cina e l’India: mentre aumentano le perdite sul campo, il generale Min Aung Hlaing può comunque continuare a sostenere di avere la presa sul governo. 

Dopo aver incontrato il primo ministro indiano Narendra Modi al vertice SCO, il governo birmano ha dichiarato che New Delhi invierà una propria squadra di esperti per monitorare il processo elettorale. “Durante l'incontro sono state scambiate opinioni sulle misure per garantire la pace e la stabilità nelle regioni di confine di entrambi i Paesi, sulla promozione del commercio, sul rafforzamento dell'amicizia e della cooperazione”, ha scritto il quotidiano filo-governativo Global New Light of Myanmar.

Modi ha sottolineato la necessità di elezioni libere ed eque, ma allo stesso tempo, secondo le dichiarazioni del regime birmano, sono stati toccati i temi della cooperazione economica, in particolare quella relativa al commercio delle terre rare, di cui il Myanmar è ricco, ma anche quelli riguardanti la produzione di energia e la sicurezza. Le dichiarazioni indiane sembrano riflettere un riallineamento strategico nei confronti del Myanmar che finora è rimasto sotto l’esclusiva influenza cinese.

La partecipazione di Min Aung Hlaing al vertice SCO ha inoltre portato alla firma di almeno sette memorandum d’intesa con Pechino che coinvolgono società birmane e cinesi, ma soprattutto entità legate all’esercito del Myanmar alle imprese che lavorano lungo la Belt and Road Initiative, il mega progetto infrastrutturale per collegare la Cina al resto del mondo lanciato dal presidente Xi Jinping nel 2013. Anche in questo caso, commentano gli esperti, è probabile che alcuni degli accordi abbiano ricevuto il tacito sostegno dell’India, in particolare per quanto riguarda l’estensione della Stilwell Road o Ledo Road, che collega l'India nord-orientale alla Cina attraverso il passo di Pangsau in Myanmar. 

Ma il risultato più significativo per Min Aung Hlaing resta la promessa di Xi di includere il Myanmar tra i membri a pieno titolo dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. “Vorrei esprimere la mia gratitudine per le situazioni pacifiche che sono state raggiunte grazie alla pressione esercitata dalla Cina sui gruppi armati nelle zone di confine per lo sviluppo del Myanmar settentrionale”, ha affermato Min Aung Hlaing durante l’incontro facendo riferimento alle aree nello Stato Shan attualmente sotto il controllo delle milizie etniche, e con cui Pechino intrattiene diverse forme di dialogo nonostante l’opposizione alla giunta militare birmana.

L’adesione alla SCO permetterebbe al Myanmar di essere ulteriormente integrato nelle piattaforme economiche e di sicurezza guidate dalla Cina, che, in cambio dell’adesione del Myanmar al proprio progetto politico, si impegna ad accelerare lo sviluppo delle infrastrutture e delle attività economico-industriali che servono gli interessi strategici cinesi (come l’estrazione delle terre rare, quasi del tutto sotto il controllo di Pechino a prescindere che la gestione dei siti minerari sia in mano ai militari o alle milizie etniche).

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