10/07/2025, 12.29
MALAYSIA - ISLAM
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Alta Corte di Kuala Lumpur contro predicatore islamico: illegale convertire minori

di Joseph Masilamany

In un filmato diffuso su TikTok incoraggiava il passaggio all’islam in segreto di bambini non musulmani. I giudici hanno dichiarato la pratica contraria alla Costituzione e imposto la cancellazione dei video al controverso leader islamico Firdaus Wong Wai Hung. Il caso si aggiunge ai dibattiti in corso in Malaysia su libertà religiosa, autorità dei genitori e ruolo della fede nelle istituzioni pubbliche.

Kuala Lumpur (AsiaNews) - Con una sentenza storica che riafferma i diritti dei genitori sanciti dalla Costituzione della Malaysia, il tribunale ha dichiarato illegale e incostituzionale un controverso video del predicatore Firdaus Wong Wai Hung che incoraggiava la conversione occulta di minori non musulmani all’islam. Il giudice Amarjeet Singh, che presiede l’Alta Corte di Kuala Lumpur, ha ordinato a Firdaus di rimuovere il filmato da tutte le piattaforme di social media e ha emesso un’ingiunzione permanente che gli impedisce di pubblicare contenuti simili in futuro. Il magistrato ha inoltre imposto al leader islamico di pagare 10mila Ringgit malesi (circa 2mila euro) di spese agli otto genitori non musulmani che hanno intentato la causa, come risarcimento dei danni morali e materiali.

L’azione legale è scaturita da un video postato da Firdaus nel giugno dello scorso anno, in cui si vedeva il controverso predicatore consigliare a un uomo - poi identificato come scrittore e influencer sui social media - come reagire a ragazzi minorenni non musulmani che esprimevano interesse a convertirsi all’islam. Tutto ciò, senza informare le loro famiglie. Egli avrebbe infatti suggerito di mantenere tali conversioni segrete e non registrate.

Il filmato, pubblicato originariamente su TikTok, ha scatenato una tempesta di fuoco online, suscitando una diffusa preoccupazione tra i genitori non musulmani e innescando una raffica di segnalazioni alla polizia. La controversia si è aggravata quando si è creduto che il video mostrasse Firdaus mentre dava consigli a un’insegnante, ipotesi che ha aumentato i timori di proselitismo nelle scuole nazionali. L’affermazione è stata poi corretta, ma ciò non è bastato a spegnere una polemica che si faceva sempre più aspra. 

Del resto la questione centrale rimaneva preoccupante e attuale: ovvero il consiglio del predicatore di facilitare conversioni non registrate e nascoste di minori, atto che i genitori consideravano non solo una violazione della fiducia, ma anche una violazione dei loro diritti costituzionali. Il 18 luglio dello scorso anno,un gruppo di genitori ha intentato una causa civile chiedendo un risarcimento legale e chiarezza costituzionale. Il loro avvocato principale, M. Visvanathan, ha sostenuto che Firdaus avrebbe violato l’articolo 12, paragrafo 4, della Costituzione federale, che stabilisce che “la religione di una persona di età inferiore ai 18 anni deve essere decisa dal suo genitore o tutore”. “Il video - ha aggiunto il legale - non tiene conto dell’autorità dei genitori in una questione così personale e consequenziale come la fede di un bambino”, specificando che questo incoraggiamento occulto costituisce un pericoloso precedente se lasciato senza controllo e impunito.

Visvanathan ha poi invocato la giurisdizione dell’Alta Corte ai sensi della Sezione 25 e del Secondo Allegato del Courts of Judicature Act 1964, laddove si sostiene che la magistratura deve far rispettare le libertà fondamentali delineate nella Parte II della Costituzione. Anche Sanjay Nathan e Pushan Qin Nathan hanno rappresentato il gruppo in quello che è visto che un raro, ma significativo caso di interesse pubblico. Nel frattempo l’avvocato di Firdaus, Norazali Nordin, ha informato la stessa corte che avrebbe chiesto istruzioni al suo cliente per decidere se presentare un appello.

Il caso si aggiunge ai dibattiti in corso in Malaysia sulla libertà religiosa, sull’autorità dei genitori e sul ruolo della religione nelle istituzioni pubbliche. Mentre i tribunali si sono occasionalmente occupati di conversioni unilaterali e dispute interreligiose, questo è uno dei primi in cui il proselitismo digitale e la conversione di minorenni sono stati messi alla prova in termini costituzionali. Con questa sentenza, l’Alta Corte ha di fatto tracciato una linea di demarcazione: il diritto dei genitori di guidare la fede dei propri figli rimane protetto dalla più alta legge del Paese e tale diritto non può essere compromesso da sermoni digitali ammantati di segretezza.

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