Amnesty, nessun progresso per diritti umani e libertà religiosa
Roma (AsiaNews) Nessun progresso sul fronte dei i diritti umani in genere e della libertà religiosa in particolare in Corea del Nord, Laos e Vietnam. La denuncia è di Amnesty International che nel suo rapporto sui diritti umani nel 2003 stigmatizza il comportamento dei regimi comunisti dei tre Paesi asiatici.
I 22 milioni di abitanti della Corea del Nord, afferma Amnesty, "sono privati dei più elementari diritti umani" da un regime che "reprime duramente" la minima opposizione. "Ogni persona che esprime un'opinione contraria al Partito dei lavoratori, al potere, è destinata a subire una punizione severa, spesso insieme alla sua famiglia". I media locali sono duramente sottoposti alla censura ed è molto difficile l'accesso a mezzi di informazione stranieri. La libertà di religione, pur garantita dalla Costituzione, è oggetto di una "dura repressione, che include l'imprigionamento, la tortura e la condanna a morte". Il rapporto di Amnesty ricorda anche la vicenda dei nordcoreani fuggiti in Cina, che ha rifiutato loro asilo e spesso li ha costretti al rientro forzato. "Alcuni sono stati imprigionati o mandati nei campi di lavoro, nei quali le condizioni sono crudeli, inumane e degradanti".
In Laos e Vietnam, a giudizio di Amnesty, non c'è libertà di espressione, si continuano ad arrestare gli oppositori e "si reprimono alcune religioni", in una "cultura del segreto" che rende molto difficile l'acquisizione di informazioni indipendenti. Per tutto l'anno sono continuati gli attacchi contro la libertà di espressione e di associazione con i membri di gruppi dissidenti condannati dopo giudizi sommari. In materia di libertà religiosa Amnesty parla di repressione e arresti tra le comunità cristiane e ricorda la vicenda dei "montagnard", che rivendicano la libertà religiosa e protestano contro la requisizione dei terreni tradizionalmente loro, contro i quali continuano i processi sommari.
15/09/2023 14:50