14/04/2011, 00.00
CINA
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Ancora lavori forzati senza processo per chi a Pechino difende i diritti umani

Hua Chunhui e Wei Qiang condannati ai campi di rieducazione-tramite-lavoro. In Cina ci sono almeno 40 attivisti detenuti in modo illegale e altri 18 “scomparsi”. A Hong Kong ignoti fanno sui marciapiedi disegni di Ai Weiwei: la polizia lo considera un reato e inizia indagini.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Lavori forzati e gravi accuse per difensori dei diritti umani e democratici, che hanno invocato proteste pacifiche come quelle della Rivoluzione dei gelsomini. Pechino prosegue la persecuzione contro il dissenso. Intanto emerge che Ai Weiwei è accusato di evasione.  
 
La ong Chinese Human Rights Defendes (Chrd) spiega che Hua Chunhui e Wei Qiang sono stati mandati in campi di rieducazione-tramite-lavoro, veri lavori forzati, senza processo e senza potersi difendere. Wei è in carcere da 50 giorni per avere sostenuto la Rivoluzione dei gelsomini.
 
Zhu Yufu, 59 anni che da decenni lotta per il rispetto dei diritti umani, è accusato di “istigazione alla sovversione” perché nella provincia dello Zhejiang ha invitato a compiere proteste pacifiche come quelle in atto nei Paesi arabi. Zhu ha già scontato due anni di carcere dal 2007. E’ di nuovo detenuto da febbraio.
 
E’ pure scomparso dal 12 aprile l’avvocato Jin Guanghong, che ha difeso membri del movimento religioso Falun Gong, proibito in Cina, e ha sottoscritto il documento Charta 08. Sono scomparsi Tang Jinglig e gli avvocati Jiang Tianyong e Teng Biao. Pure scomparso è l’attivista per i diritti Li Tie, in carcere dal 15 settembre 2010 per “sovversione”.
 
Secondo il Chrd nel Paese ci sono almeno 40 persone detenute in modo illegale e almeno 18 sono “scomparse”, rapite dalla polizia e detenute senza dare notizie, come il noto artista Ai Weiwei che la polizia ha via il 3 aprile.
 
Il giornale Wen Wei Po di Hong Kong ha riportato che secondo la polizia Ai è detenuto per avere evaso le tasse, cosa che avrebbe anche “confessato”. Ma la famiglia di Ai, alla quale la polizia non ha dato informazioni,  ripete che l’accusa di crimini economici è solo un pretesto, conseguenza della notorietà del personaggio e dell’ampia protesta internazionale per l’arresto, a cui Pechino oppone, appunto, che si tratta di crimini economici.
 
Intanto sui marciapiedi e sui muretti di Central e di Sheung Wan, a Hong Kong, sono apparsi disegni di Ai Weiwei, fatti con stampini. Il disegno ha la dicitura: “Chi ha paura di Ai Weiwei?” (nella foto). Ora la polizia sta indagando su questo fatto, che ritiene criminoso.
 
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