28/07/2025, 15.42
ISRAELE - PALESTINA
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Ancora un attacco dei coloni al villaggio di Taybeh, Pizzaballa a Jenin e Nablus

Nella notte tra il 27 e il 28 luglio alcuni coloni hanno preso di mira ancora una volta la comunità cristiana vicino a Ramallah incendiando auto e imbrattando i muri con messaggi di odio. Ieri il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa ha visitato anche le parrocchie di Jenin e Rafidia, in altre aree molto calde della Cisgiordania, portando solidarietà e incoraggiando la comunità cristiana a “perseverare nella fede in mezzo alle avversità”.

Taybeh (AsiaNews) - Un gruppo di coloni israeliani ha attaccato di nuovo il villaggio cristiano di Taybeh, vicino a Ramallah, in Cisgiordania. Nella notte tra il 27 e il 28 luglio gli aggressori hanno dato fuoco a due auto e imbrattato alcuni muri con scritte minacciose:Tra queste, come mostrato dalle immagini diffuse online, spicca la frase in ebraico: “Al-Mughayyir, te ne pentirai” (v. foto), in riferimento a un villaggio vicino preso di mira all'inizio di quest'anno.

Le auto date alle fiamme appartengono a un leader della chiesa locale, David Azar, e a un giornalista di Palestine TV, Jeries Azar. “La mia più grande paura era per mio figlio di due anni. Dopo la nostra fuga, ha pianto ininterrottamente per un’ora”,  ha dichiarato il giornalista, che, nell'esprimere la propria angoscia, ha citato un episodio risalente al 2015, quando, nel villaggio di Duma, in Cisgiordania, una famiglia composta da una coppia e un bambino morì in un attacco incendiario da parte di estremisti ebrei.

La polizia e l’esercito israeliano hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, confermando l'invio di un'unità nel villaggio e l'avvio di un'indagine da parte della polizia, anche se non sono stati effettuati arresti immediati.

L’aggressione, avvenuta verso le 2.30 di notte, si inserisce in una lunga serie di episodi violenti da parte dei coloni contro i residenti palestinesi, circa 1.500 persone, in gran parte cristiani. Più volte, anche ad AsiaNews, il parroco, p. Bashar Fawadleh, aveva denunciato i continui attacchi da parte dei coloni, divenuti ancora più feroci negli ultimi mesi e in particolare durante la breve guerra tra Israele e Iran. Successivamente gruppi di estremisti avevano preso di mira anche le basi dell’esercito israeliano, conosciuto con l’acronimo Idf (Israel Defence Forces).

Al villaggio di Taybeh aveva fatto visita anche il patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, insieme al patriarca della Chiesa ortodossa Teofilo III. Dopo aver visitato, anche in questo caso insieme a Teofilo III, la chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, presa di mira da un carro armato israeliano, ieri Pizzaballa ha fatto visita alle parrocchie latine di Jenin e Rafidia, a Nablus, in Cisgiordania, portando avanti il proprio mandato “di essere fisicamente presente tra il suo popolo”, come riferisce in una comunicazione lo stesso il patriarcato latino.

Alla chiesa del Santissimo redentore di Jenin, il porporato ha incontrato p. Amer Jubran, sacerdote della parrocchia, altri religiosi e i residenti locali dopo aver presieduto la Messa, durante la quale “ha espresso la sua vicinanza e solidarietà, insistendo sull’importanza di salvaguardare l’identità cristiana in Terra Santa”. Più tardi il primate latino ha visitato la parrocchia di Rafidia, incoraggiando anche in questo caso, “la perseveranza nella fede in mezzo alle avversità”.

Entrambe le parrocchie affrontano crescenti difficoltà: a Jenin, oltre al deteriorarsi della sicurezza, si registrano frequenti incursioni militari e chiusure stradali, mentre a Nablus i residenti cristiani soffrono l’isolamento sociale e una crescente vulnerabilità economica. “Eppure, i parrocchiani rimangono resilienti, traendo forza dalla loro fede e dalla vicinanza del clero. La loro silenziosa perseveranza riflette il perenne spirito di testimonianza cristiana in Terra Santa”, afferma il patriarcato latino.

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