04/01/2011, 00.00
EGITTO - ISLAM
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Angoscia e sdegno: a rischio la celebrazione del Natale dei copti in Egitto e nel mondo

Finora il patriarca copto ha dichiarato che celebrerà la messa natalizia, ma potrebbe desistere. Rafforzata la sicurezza attorno alle chiese del Paese. La violenza dei giovani copti, segno di non fiducia nel sistema egiziano. Le discriminazioni contro i cristiani: per riparare un Wc in una chiesa, occorre il decreto di un governatore della provincia; i musulmani possono costruire moschee liberamente, ricevendo anche gratis i materiali di costruzione. L’attacco alla chiesa di Alessandria inaugura “uno stile nuovo e più crudele”. A Sydney cancellata la celebrazione natalizia. Misure di sicurezza in Francia, Canada, Germania.
Il Cairo (AsiaNews) –  “La comunità copta si prepara la Natale con angoscia dopo l’attentato del primo dell’anno, che ha fatto 21 morti e 80 feriti”: lo afferma un sacerdote egiziano ad AsiaNews e aggiunge che “per ora il patriarca copto Shenouda III è intenzionato a celebrare la messa di Natale, ma fino al 7 gennaio [la data del Natale dei copti] potrebbe anche abolirla”.
 
Assieme all’angoscia, che abbraccia tutti i cristiani, anche i cattolici, vi è un fenomeno nuovo: “i cristiani, soprattutto i più giovani, sono divenuti più violenti e questo perché  sentono che ormai è inutile rimanere calmi e sereni e sperare nella giustizia”.
 
Lo scorso 2 gennaio gruppi di giovani copti si sono scontrati con la polizia e hanno perfino lanciato pietre a personalità politiche e religiose andate dal patriarca ad esprimere le loro condoglianze. Negli scontri con le forze dell’ordine, almeno 45 poliziotti e 27 civili sono rimasti feriti. Ieri sera un migliaio di manifestanti si è ancora scontrata con la polizia in un quartiere nord del Cairo. Bilancio: 12 poliziotti feriti. Nel pomeriggio di ieri una manifestazione di 200 intellettuali e artisti nel centro della città è stata dispersa con la forza.
 
“I giovani non hanno più fiducia nel sistema egiziano, che ha enormi falle. Anche se nella costituzione egiziana si afferma il valore della cittadinanza, essa rimane una parola scritta, non passata nel vissuto”.
 
Il sacerdote elenca una lista di ingiustizie presenti nella società egiziana: “Per riparare il gabinetto di una chiesa cristiana, è necessario un decreto del governatore della provincia; i musulmani, per costruire una moschea, non hanno bisogno di alcun permesso. Addirittura essi ricevono gratuitamente il materiale da costruzione: di fatto non siamo trattati come cittadini. A tutto questo si aggiungono le discriminazioni per le carriere nell’esercito e nell’amministrazione pubblica e la totale mancanza di sicurezza. Alle porte delle chiese abbiamo un agente dei servizi segreti, ma questi hanno solo una pistola e un telefonino e non sono efficaci a fermare violenze; non hanno strumenti per investigare e scovare la presenza di esplosivi”.
 
Dopo l’attentato ad Alessandria, il governo ora sta rafforzando le misure di sicurezza, anche in preparazione la Natale, con centinaia di poliziotti schierati attorno alle chiese. Non si sa ancora se il patriarca andrà a celebrare la messa. Finora però egli ha dichiarato che lo farà e si sta preparando, ma non sappiamo se lo farà fra tre giorni”. Il patriarca sta anche inviando messaggi per calmare gli animi dei giovani, domandando calma e non violenza.
 
L’attacco alla chiesa dei Santi ad Alessandria ha suscitato la condanna anche dei Fratelli musulmani egiziani: “Con ogni probabilità – afferma il sacerdote – l’iniziativa del gesto terrorista è altrove, in al Qaeda; forse in Iraq. Certo è che siamo di fronte a uno stile più nuovo e crudele che in passato. È la prima volta che in Egitto avviene un attacco di tale violenza, usando esplosivi dentro una chiesa. Finora c’erano stati scontri, ma fatti da persone, individui, magari con una pistola, ma certo non con esplosivi così letali”.
 
“Forse –conclude il sacerdote –da parte delle nazioni dove vi sono maggioranze cristiane, in Europa o altrove, occorre più polso per influenzare il governo egiziano, come ha fatto Benedetto XVI”. Intanto, in preparazione al Natale, in Francia, Canada, Germania le autorità hanno rafforzato la sicurezza attorno agli edifici delle comunità copte per timori di attentati. A Sydney (Australia), la comunità copta ha ricevuto delle minacce e per questo i fedeli hanno deciso di annullare le celebrazioni natalizie.
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