19/10/2012, 00.00
TAIWAN
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Anziani, immigrati e fede in Cristo: un film racconta le case di riposo di Taiwan

di Xin Yage
Il documentario si intitola "Money and Honey" ed è uscito in tutte le sale del Paese. La regista Jasmine Lee ha impiegato 13 anni per girare la pellicola. Il film mostra il rapporto tra gli anziani di un ospizio e cinque ragazze filippine che si occupano di loro: nostalgia di casa, affetti familiari, bisogno di lavorare e pregiudizi nei confronti degli immigrati.

Taipei (AsiaNews) - È uscito nelle sale di Taiwan Money and Honey (麵包情人), documentario girato dalla regista taiwanese Jasmine Lee (李靖惠). È una storia di forti sentimenti e di emozioni profonde, che dopo la visione porta ogni spettatore a cambiare pregiudizi e punti di vista distorti. Il film ha già partecipato a più di 20 festival internazionali.

Il documentario racconta il rapporto tra anziani taiwanesi in una casa di riposo e ragazze immigrate che si prendono cura di loro. Gli anziani soffrono di nostalgia per i loro cari, le giovani per le loro famiglie, rimaste nel Paese di origine, le Filippine. Dove trovare le motivazioni e la forza per superare le difficoltà che si presentano? Nel film, le storie di cinque donne filippine (Baby, Lolita, Marlyn, Arlene and Onie) raccontano un coraggio che nasce e si nutre di affetti familiari, forza femminile, e anche di fede e speranza cristiana, per raggiungere i sogni da realizzare: "Ama il tuo prossimo" si dice nella Bibbia.

Jasmine Lee ha dedicato gli ultimi 13 anni a preparare, girare, produrre e poi sponsorizzare il film.

La regista ha avuto l'idea nel 1996, quando ha ricevuto un'offerta per un master in cinematografia dalla New York University. All'epoca, ha rifiutato per stare vicina alla nonna, che iniziava a vivere in una casa di riposo per anziani a Taiwan.

Da quel momento, è entrata in contatto con le donne filippine che lavorano nella casa di riposo, e ha pensato di raccontare la loro esperienza attraverso un film. "Il gruppo di donne che ho conosciuto qui - racconta Jasmine - era davvero vivace, dinamico e mi ha ispirato la creazione di questo film toccante. Cerco di condividere la personalità e i valori delle donne asiatiche, e dell'essere umano in genere, qualcosa che trascende le culture e le nazioni. Ognuno può trovarvi le proprie chiavi di lettura, e per molti la prospettiva di fede delle ragazze filippine è tutt'altro che secondaria".

Nonostante le difficoltà che i lavoratori emigrati possono trovare, aggiunge la regista, "queste ragazze trovano sempre il lato positivo delle cose, perché è proprio della loro cultura e della loro educazione".

Negli ultimi anni, l'età media della popolazione taiwanese è cresciuta, con poche nascite e molti anziani. "Tuttavia - spiega Jasmine - pochi si preoccupano di quanti si prendono cura degli anziani ogni giorno". Al contrario, il valore della nazione filippina sta nella forza lavoro che esporta in tutto il mondo, e Taiwan è una delle mete privilegiate. Durata più di un decennio, a Jasmine questa esperienza ha portato amicizia, scoperta di un mondo che non conosceva, rispetto e ammirazione per chi è lontano dalle proprie famiglie e dal proprio Paese.

Una delle cinque protagoniste racconta che per motivi di contratto, essendo appena arrivata a Taiwan, non ha potuto prendere parte ai funerali di sua mamma. "Questo - spiega - è stato di certo il momento più duro. Ma se penso che con il mio lavoro posso dare una buona educazione ai miei figli, questa ora è la cosa più importante per me". L'amicizia con Jasmine ha inoltre mostrato loro tutto il lato umano delle famiglie che stanno dietro gli anziani di Taiwan, per le quali loro stesse sentono una riconoscenza incredibile.

Il documentario è in inglese ed il titolo raccoglie questi due elementi che sono fondamentali per la vita di ciascuno: gli affetti, che sono centrali, e per poterli vivere, crescere e realizzare è necessario lavorare ogni giorno, spesso anche lontano dalla propria casa e dai propri cari. Le ragazze filippine vivono questa costante tensione tra necessità di soldi e forza degli affetti. E anche Jasmine dice di aver trovato il suo "honey" proprio girando il film, grazie alle amicizie nate con queste donne, "ma adesso ha speso tutto il suo 'money' per realizzarlo", e spera di ottenere i fondi per ripagare tutte le spese di produzione e condividere le entrate con le protagoniste del documentario. E, oltre a questo, riuscire a capovolgere molti pregiudizi sugli immigrati, che spesso serpeggiano tra chi non li conosce.

Per tutte queste ragioni, questo mese i settimanali cattolici taiwanesi dedicano ampio spazio alla promozione del film.

 

 

 

 

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