02/07/2007, 00.00
AFGHANISTAN - ITALIA
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Apre a Roma la Conferenza sulla giustizia in Afghanistan

L’incontro, 2-3 luglio, vede la partecipazione di leader da Onu, Nato, Afghanistan e altri 25 Paesi. Scopo dell’evento: riportare all’attenzione della comunità internazionale il problema di corruzione, riforma e preparazione del settore giudiziario.

Roma (AsiaNews/Agenzie) – È attesa tra poche ore a Roma l’apertura della Conferenza sullo Stato di diritto e il principio di legalità in Afghanistan. Il presidente Hamid Karzai è già partito da Kabul diretto nella capitale italiana, dove saranno presenti anche i leader di Nazioni Unite, Nato, World Bank e delegati da circa 25 Paesi, tra cui Usa e Pakistan. Secondo gli intenti espressi, scopo dei lavori – che si chiuderanno domani, 3 luglio – sarà tracciare una strategia per colmare le lacune della giustizia nel Paese, a 6 anni dalla caduta dei talebani. Il programma prevede oggi una sessione tecnica per poi proseguire domani con una riunione più propriamente politica, cui parteciperanno il premier italiano Romano Prodi, il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, lo stesso Karzai, il segretario generale Onu Ban Ki-Moon e quello della Nato Jaap de Hoop Scheffer.

La situazione attuale in Afghanistan  è critica: la corruzione sempre più diffusa e le violenze in aumento creano sfiducia tra la popolazione nei confronti del governo centrale e della forza multinazionale. Sistema giudiziario e quello delle carceri saranno tra le tematiche in agenda. Analisti notano che ad incentivare la corruzione nel settore della Giustizia sono prima di tutto i bassi stipendi. Un giudice medio guadagna tra i 3mila e i 6mila afghani al mese (50-100 dollari), ma una mensilità di affitto è 4 volte il suo salario. In tutto i difensori di ufficio registrati sono 220 su una popolazione di circa 30 milioni di persone; la maggioranza dei 1400 giudici presenti nel Paese risulta impreparata anche perché le nuove leggi  non sono comunicate in modo adeguato e pronto. Secondo il recente rapporto di alcuni organismi che monitorano i progressi del sistema giudiziario, la gran parte dei 437 tribunali dell’Afghanistan “non hanno mobili, edifici in muratura e strutture necessarie per svolgere le loro funzioni basilari”.

Nel 2007 l’Italia ha stanziato 13,47 milioni di dollari per la riforma della Giustizia afghana, di cui è incaricata; l’intervento si concentra sulla ricostruzione delle infrastrutture e la formazione del personale. La Francesina avrebbe intenzione di aggiungere a tale scopo altri 18,18 milioni di dollari.

 

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