19/08/2004, 00.00
PALESTINA
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Arafat si rifiuta di firmare una legge anti-corruzione

Critiche al suo operato da parlamentari cristiani e musulmani

Ramallah (AsiaNews/Agenzie) – Yasser Arafat si è rifiutato di firmare una nuova legge anti-corruzione richiesta esplicitamente da alcuni parlamentari palestinesi.

In un accorato discorso tenuto ieri sera di fronte al parlamento, il vecchio leader ha ammesso di aver fatto degli errori e ha promesso di ripulire l'Autorità Palestinese dalla corruzione dilagante. Alla fine, di fronte alle richieste di segni oggettivi del suo impegno, egli ha rifiutato di sottoscrivere una legge contro la corruzione.

Secondo Azmi Shouabi, uno dei partecipanti all'incontro di ieri sera, il leader palestinese avrebbe detto: "il mio discorso è sufficiente e non c'è bisogno di alcuna sottoscrizione o normativa".

Arafat è da anni bersaglio di critiche da parte del parlamento e della comunità internazionale. Tutti lo accusano di avere una gestione troppo accentratrice del potere e di non presentare bilanci chiari. Soprattutto il settore della sicurezza è un ambiente segnato da corruzione e nepotismo.

All'incontro di ieri un membro del PLC (il Consiglio Legislativo Palestinese, ndr) per Ramallah, Abdul Sawad Salah, ha interrotto il discorso di Arafat e gli ha urlato "Stai proteggendo i corrotti". Il leader ha replicato dicendo che egli protegge gli interessi di tutti i palestinesi, compresi i corrotti.

Ma l'insoddisfazione è generale. Alla fine del raduno Abdul Salah ha commentato: "Arafat ha parlato di cose vecchie e ha usato slogan da propaganda. Non può continuare a prendersi gioco del popolo palestinese". Molti ricordano che già nel maggio 2002  Arafat aveva fatto un gesto simile: discorso in diretta televisiva, davanti al Consiglio Legislativo Palestinese, ammissione dei suoi errori, garanzie di riforme e di elezioni. Ma in questi due anni non è cambiato molto.

Hannan Ashrawi, cristiana ortodossa membro del PLC, ha sottolineato due caratteristiche del comportamento di Arafat: "il desiderio di rimandare riforme e cambiamenti fino all'ultimo momento e una grande abilità nell'attuare quel minimo sufficiente a disinnescare possibili situazioni di conflitto". "Ora bisogna vedere – afferma Hannan Ashrawi – come si comporterà e se attuerà le riforme in maniera organica, piuttosto che persistere con un atteggiamento di facciata". (DS)

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