09/03/2007, 00.00
BANGLADESH
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Arrestato il figlio della ex premier, “crocevia” della corruzione

di Nozrul Islam
La vasta campagna anti-corruzione, avviata dal governo provvisorio, colpisce anche Tareque Rahman, figliodi Khaleda Zia; sua la responsabilità di contratti miliardari con società cinesi che hanno costruito centrali elettriche enormi, ma inadeguate ai bisogni del Paese.
Dhaka (AsiaNews) - Il governo ad interim in Bangladesh stringe la morsa sulle libertà civili, mentre procede con velocità in una massiccia campagna anti-corruzione senza risparmiare nessuno. Ieri sera l’amministrazione provvisoria di Fakhruddin Ahmed ha stabilito il bando di ogni incontro politico “pubblico o privato”, perché “alcuni partiti hanno abusato della flessibilità loro concessa”. Nel Paese è in vigore dall’11 gennaio scorso lo stato di emergenza, imposto dopo settimane di violenze tra attivisti delle maggiori formazioni politiche. Le elezioni generali, che dovevano svolgersi il 22 dello stesso mese, sono state rinviate. Fakhruddin - ex governatore della Banca centrale -ha affermato di voler porre fine alla corruzione prima di stabilire una data per le elezioni.
 
Nelle ultime settimane le forze di sicurezza hanno già arrestato più di 150 politici, con accuse di corruzione. Ieri è stata la volta di Tareque Rahman, segretario generale aggiunto del Partito nazionalista del Bangladesh (BNP) e figlio della ex premier Khaleda Zia. La polizia lo terrà in custodia per sottoporlo ad interrogatorio su un caso di estorsione per 145mila dollari; ma le sue “macchie” sono molte più gravi. Analisti contattati da AsiaNews nel Paese spiegano che negli ultimi 5 anni di governo del BNP - guidato dalla madre - Tareque è stato “il crocevia della corruzione ad alto livello: un esempio sono i contratti da miliardi di dollari, come quelli concessi a società cinesi che non avevano le capacità tecniche, ma hanno ottenuto l’appalto e costruito centrali elettriche enormi, che da subito hanno iniziato a funzionare a singhiozzo e a meno del 50% della potenzialità”.
 
L’agenzia dell’ONU per la trasparenza ha dichiarato il Bangladesh “Paese più corrotto del mondo” per ben 5 anni consecutivi. Nel 2006 il primato è passato ad altre mani, lasciando il Bangladesh “soltanto” al terzo posto. “E’ una corruzione diffusa ovunque, dal postino al ministro, dal professore al giudice”, notano gli esperti. “La gente ne parla continuamente, i politici promettono, ma nessuno crede che possa essere anche soltanto fatta diminuire”.
 
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