11/03/2024, 13.55
HONG KONG - CINA
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Articolo 23: tenere in casa vecchie copie dell'Apple Daily a Hong Kong è 'sedizione'

Sedute frenetiche anche durante il week-end per approvare il più presto possibile l'ulteriore stretta alle libertà nell'ex colonia britannica. Il segretario alla Sicurezza Chris Tang giustifica la facoltà di impedire per 48 ore a un arrestato di incontrare un avvocato con il rischio di "complicità". Intanto Pechino rende noto che nel 2023 ha arrestato o messo sotto processo 2,4 milioni di persone.

Hong Kong (AsiaNews) – Anche solo possedere in casa “senza motivi giustificati” una copia dell’Apple Daily - il quotidiano pro-democrazia fondato da Jimmy Lai e soffocato dall’arresto dei suoi vertici e il blocco dei conti bancari nel 2021 - potrebbe diventare un reato nella nuova versione della Legge sulla sicurezza nazionale in discussione a Hong Kong. È una degli aspetti più surreali emersi nella discussione sul disegno di legge attuativo dell’articolo 23 della Basic Law presentato appena venerdì e che il governo di Hong Kong vuole fare approvare a tempo di record dalla sua fedelissima Assemblea legislativa.

Per dare un’idea della fretta basti citare le due sedute tenute eccezionalmente di sabato e domenica per un totale di 16 ore di discussione. A questi ritmi è probabile che già in settimana si arrivi al voto finale. Non essendoci spazio vero per la discussione, si procede per chiarimenti dei singoli articoli. Così il parlamentare Peter Koon sul tema del possesso di pubblicazioni considerate "sediziose" ha posto la seguente domanda: “L'Apple Daily è certamente sedizioso, ma se alcune persone intendessero tenere un ricordo di un giornale così cattivo e ne avessero due copie a casa, verrebbe considerato come possesso di pubblicazioni sediziose?”. Il segretario per la Sicurezza Chris Tang ha risposto che dipende se la persona accusata ha una “ragionevole difesa”. Se qualcuno dicesse: “Ce l’ho da tanto tempo, non sapevo che fosse ancora lì, lo scopo non era quello di incitare... allora credo che potrebbe essere una difesa ragionevole”, ha commentato, aggiungendo però che il momento della pubblicazione (nel caso dell’Apple Daily un giornale che non è pubblicato ormai da tre anni) “non ha importanza rispetto all'accusa di possesso di pubblicazioni sediziose”.

Ancora più aberranti le spiegazioni date questa mattina all’estensione del fermo di polizia a 16 giorni (dalle 48 ore attuali) prevista dal testo di legge in discussione, insieme alla facoltà di negare nelle prime 48 ore persino l’accesso a un avvocato. “Sulla base della situazione di Hong Kong - ha argomentato Tang - abbiamo già esaminato casi di sicurezza nazionale e riteniamo che 14 giorni in più siano ragionevoli per condurre un'indagine preliminare”. Quanto alla grave limitazione al diritto alla difesa il segretario alla Sicurezza l’ha giustificata sostenendo: “Forse sappiamo che questa persona ha molti complici, che potrebbero essere avvocati. Ma non sappiamo per quale studio legale lavorano. In questo caso, come possiamo assicurarci che non ci sia il rischio che l'avvocato possa aiutare il sospettato, ad esempio, a gestire i proventi di un reato e a fare una soffiata a qualcuno?”.

Sono solo due esempi delle ulteriori restrizioni alle libertà che il governo di John Lee - con la benedizione arrivata direttamente da Pechino - vuole far diventare legge a Hong Kong il più presto possibile. Una volta entrate in vigore le misure contro il dissenso nell’ex colonia britannica saranno in tutto e per tutto uguali a quelle in vigore nella Repubblica popolare cinese. Dove secondo i dati ufficiali forniti in questi alle “Due sessioni” - l’assemblea dei massimi organismi politici in corso chiusasi oggi a Pechino - nel 2023 sono state arrestate 726mila persone e 1,68 milioni processate per un totale di 2,4 milioni. Numeri che - anche rapportati a una popolazione di 1,4 miliardi di persone - rendono chiaramente l’idea di quali siano le dimensioni del controllo sociale che la Repubblica popolare cinese vuole instaurare anche a Hong Kong.

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