26/06/2006, 00.00
siria - libano
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Assad smentisce un suo ministro, a Damasco "porte aperte" per Siniora e Hariri

Il card. Sfeir indirettamente dà il suo avallo a quanti chiedono la sostituzione del presidente della Repubblica libanese.

Beirut (AsiaNews) – Si fa sempre più complessa la situazione dei rapporti tra Beirut e Damasco e tra filo-siriani ed antisiriani in Libano. Oggi, infatti, il presidente Assad, contraddicendo il suo ministro dell'informazione, si dice pronto ad accogliere il primo ministro libanese Fouad Siniora ed esponenti della maggioranza antisiriana del parlamento di Beirut, come Saad Hariri; ieri il patriarca maronita Nasrallah Sfeir ha di fatto avallato le posizioni di quanti chiedono l'elezione di un nuovo presidente della Repubblica, al posto del filosiriano Lahoud.

L'intervento del patriarca maronita è avvenuto nel corso della messa celebrata a Bkerke: nel corso dell'omelia, dedicata ad ambiente ed inquinamento. Il card. Sfeir ha si è occupato della polemica scoppiata per il mancato invito del presidente libanese Emile Lahoud al vertice dei Paesi francofoni di Bucarest, dedicato agli stessi temi della sua riflessione per la messa. Il patriarca ha apertamente parlato di "una polemica sterile" verso Paesi le posizioni dei quali "sono conformi alle risoluzioni internazionali",  e che è causata da una vicenda che "non può mettere in discussione le amicizie storiche che abbiamo nel mondo". Il riferimento del card. Sfeir è alla risoluzione 1559 del Consiglio di sicurezza dell'Onu che, tra l'altro, prevede elezioni libere del presidente della Repubblica, alle quali Lahoud si è finora opposto ed all'atteggiamento favorevoli al rinnovamento, assunto dal presidente francese Jacques Chirac.

L'elezione del nuovo capo dello Stato, peraltro, è uno dei temi dei quali discutono, finora invano, i 14 partiti partecipanti al "dialogo interlibanese".

Dal fronte siriano arriva invece una intervista "difensiva" del presidente siriano Bachar Al-Assad al quotidiano Al-Hayat, nella quale egli afferma che il suo Paese è pronto ad accogliere il primo minstro libanese, Siniora, "anche senza ordine del giorno". "Ma – aggiunge - è lui che non è venuto". La frase si riferisce ad un'altra polemica che ha opposto Beirut e Damasco, proprio sul mancato invito a Siniora che si era detto pronto ad andare a parlare con Assad.

Il presidente siriano appare peraltro in netto contrasto con quanto, venerdì 23, aveva sostenuto il ministro dell'Informazione siriano Mohsin Bilal, secondo il quale "bisogna attendere la conclusione del dialogo interlibanese" (iniziato a Beirut lo scorso marzo e che procede ad intermittenza). "Conclusi i vostri incontri – ha detto ad una delegazione di giornalisti libanesi, della quale faceva parte anche AsiaNews - sarete i benvenuti in Siria".

"Le porte – dice invece Assad - restano aperte" per Siniora, Saad Hariri e Michel Aoun. Di quest'ultimo, oggi accusato di posizioni filo-siriane ed candidatosi alla presidenza della Repubblica, Assad ricorda che in passato "hanno avuto rapporti difficili, ma ora lui ha smesso di attaccare la Siria e su alcuni punti la difende".

Su un'altra questione al centro di polemiche, quella dei rapporti diplomatici tra Libano e Siria, che l'Onu chiede vengano istituiti, ma che Damasco ha finora "rinviato", Assad ora dice di aver proposto "da lungo tempo" di stabilire relazioni diplomatiche.

Da registrare, infine, una critica all'Occidente, accusato di aver smesso di esercitare pressioni sul regime siriano. Da Londra Ali Bayaouni, leader di un'opposizione che raccoglie laici e gruppi curdi, sostiene che a fermare le pressioni occidentali è il timore che un collasso del regime di Damasco farebbe riprodurre in Siria quanto sta accadendo in Iraq.

 

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