10/04/2015, 00.00
MYANMAR
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Aung San Suu Kyi incontra i vertici del Paese: Servono libere elezioni e democrazia

Oggi a Naypyidaw incontro di alto livello fra la leader dell’opposizione, il presidente Thein Sein, il capo dei militari e un rappresentante delle minoranze etniche. Al centro dei colloqui il voto di fine anno e gli emendamenti alla Carta. La “Signora” non esclude che il governo possa rimandare il voto e un possibile boicottaggio se le condizioni di voto non saranno “libere e giuste”.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) - La leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi incontra oggi i vertici governativi, istituzionali e militari del Myanmar, per discutere del futuro della nazione e il suo assetto politico e sociale. Tuttavia secondo la “Signora” questi incontri, pur rappresentando una pietra miliare nel cammino di democratizzazione del Paese, avranno efficacia solo se porteranno a elezioni (in programma a fine anno) davvero “libere e giuste”. 

La posta in gioco ruota attorno alla Costituzione del Myanmar, scritta dai militari e approvata nel 2008 con un referendum farsa effettuato in piena emergenza causata dal ciclone Nargis. La carta ancora oggi non consente ad Aung San Suu Kyi di concorrere alla presidenza perché i suoi due figli sono di nazionalità straniera. 

A pochi mesi di distanza dalla sfida elettorale, i tempi si fanno sempre più stretti per la leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld) e le minoranze etniche, che l’attuale Costituzione mette in posizione di svantaggio rispetto al partito di governo. 

Ai colloqui in programma oggi a Naypyidaw partecipano Thein Sein, Suu Kyi, il gen. Min Aung Hlaing (uno dei più importanti esponenti dell’esercito, tuttora vero potere forte del Myanmar), i presidenti di entrambe le camere e Aye Maung, in rappresentanza delle minoranze etniche. Quest’ultimo manifesta scetticismo sulla reale efficacia di questo incontro, ma ammette che potrebbe “fungere da viatico per una migliore comprensione reciproca e per raggiungere un consenso su alcuni emendamenti costituzionali”. 

Già lo scorso anno la leader della Nld e i parlamentari avevano invocato un incontro di questa portata, ma il presidente del Myanmar - retto fino al 2010 da una dittatura militare, cui è subentrato nel 2011 un esecutivo semi-civile - e i vertici dell’esercito avevano declinato l’invito. 

Interpellata sulla possibilità che il governo trovi una scusa per rimandare il voto, Aung San Suu Kyi ha risposto che “in politica non si può escludere nulla”. La “Signora” non ha voluto nemmeno escludere la possibilità di boicottare il voto, se le condizioni in cui si svolgerà il voto non saranno davvero “libere e giuste”. Del resto, ancora oggi non vi è una data certa in cui dovrebbe svolgersi la tornata elettorale.

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