Bangsamoro: la Corte suprema sospende (di nuovo) le elezioni
La Commissione elettorale filippina (Comelec) ha sospeso i lavori per le prime votazioni parlamentari nella regione a maggioranza musulmana, previste per il 13 ottobre 2025, dopo la pubblicazione di un'ordinanza contro la norma che regola la distribuzione dei seggi. La data del voto resta incerta, ma spetta al Parlamento decidere se ci sarà un ulteriore rinvio.
Manila (AsiaNews) - La Commissione elettorale delle Filippine (Comelec) ha annunciato la sospensione delle preparazioni per le prime elezioni nella Regione autonoma musulmana del Bangsamoro (Barmm), previste per il 13 ottobre dopo essere già state rinviate due volte a partire dal 2022. La decisione arriva dopo che la Corte suprema ha emesso un ordine restrittivo temporaneo (TRO), bloccando l’attuazione della Bangsamoro Autonomy Act (BAA) numero 77, la legge che ridefinisce la distribuzione dei seggi nell’assemblea.
“A partire da oggi, il Comelec, in ottemperanza all’ordine restrittivo temporaneo emesso ieri dalla Corte suprema, sospende le preparazioni per lo svolgimento delle elezioni del 13 ottobre”, ha dichiarato il presidente della Commissione elettorale George Erwin Garcia in conferenza stampa.
La Corte ha ordinato l’unificazione di due ricorsi che contestano la BAA n. 77, sospendendo l’applicazione della norma in attesa di una risoluzione definitiva dei due casi. Alla domanda se le elezioni si terranno ugualmente, Garcia ha risposto che la situazione rimane incerta: “Fino a questo momento, a causa della sospensione, il Comelec non può ancora dire se ci saranno le elezioni il 13 ottobre”, chiarendo che il rinvio della data resta una prerogativa del Congresso, il Parlamento delle Filippine.
Il parlamento del Bangsamoro prevede 80 seggi, ma la provincia di Sulu è stata esclusa con conteggio con una sentenza della Corte suprema e i suoi 7 seggi sono stati rimossi, riducendo l’assemblea a 73 membri secondo la precedente BAA n. 58. Una vicenda che aveva già destato dubbi sulla possibilità che le elezioni si sarebbero davvero tenute.
Con l’approvazione della BAA n. 77, che reintroduce la ripartizione a 80 seggi, la situazione si complica: il Comelec aveva espresso dubbi sulla possibilità di attuare la normativa in tempi stretti e Garcia ha ricordato che erano già state stampate 2,3 milioni di schede elettorali basate sulla configurazione a 73 seggi.
In caso di revoca del TRO, la Commissione dovrebbe ristampare le schede e ricalibrare il sistema informatico per adeguarlo agli 80 seggi, un processo che richiederebbe tre settimane, oltre al rinnovo del contratto per il noleggio delle macchine di conteggio elettronico. “Abbiamo bisogno di un budget aggiuntivo. Perché? Dovremo ristampare le schede. Se il parlamento dovesse modificare la BAA n. 77 per cambiare la formula di ridistribuzione, ci sarebbe una nuova presentazione delle candidature e una nuova ristampa”, ha spiegato Garcia. Al contrario, invece, se la Corte suprema dichiarasse incostituzionale la BAA n. 77, verrebbe automaticamente ripristinata la BAA n. 58, consentendo di mantenere l’assetto a 73 seggi.