02/02/2022, 13.01
BANGLADESH
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Barisal, cristiano di 91 anni narcotizzato e ucciso in un villaggio

di Sumon Corraya

Il figlio aveva testimoniato lo scorso anno contro un musulmano in un caso di stupro ai danni di una vicina aggredita mentre era sola in casa. Il dolore e l'indignazione della comunità cattolica locale: "Siamo cittadini di questo Paese, ma ci perseguitano perché siamo minoranza".

Barisal (AsiaNews) - L'uomo più anziano della locale comunità cattolica - Malkam D’Costa, 91 anni - è rimasto ucciso nella propria casa in seguito alla somministrazione di sostanze narcotiche nel villaggio di Padrishibpur a Barisal, nella regione centro-meridionale del Bangladesh. Altri cinque componenti della sua famiglia sono stati ricoverati in ospedale per lo stesso incidente. L’uomo è stato ritrovato senza vita alla mattina e anche le altre persone non sono ancora in grado di raccontare quanto sia accaduto. La vicenda sta suscitando indignazione e paura nella locale comunità cristiana, che ha motivo di ritenere che non si sia trattato solo di una rapina, ma di un attacco deliberato contro una famiglia cristiana.

L’anno scorso, infatti, anche una vicina di Malkam D’Costa era stata costretta a ingerire un sonnifero e poi violentata mentre era sola in casa. Suo marito è una guardia notturna in una scuola cattolica. Una volta ripresa conoscenza la donna aveva sporto denuncia contro un uomo musulmano, Mohammad Alam; e proprio il figlio di Malkam D’Costa, l’anziano ucciso ora, aveva testimoniato in suo favore, nonostante la famiglia di Mohammad Alam avesse fatto pressioni perché le accuse fossero ritirate. Per questa ragione i cristiani di Padrishibpur ritengono che l’omicidio sia stato una vendetta per il caso dello stupro.

Ieri un centinaio di loro ha protestato con forza nel villaggio gridando slogan come “vogliamo giustizia” e “mio fratello Malkam è nella tomba, perché i suoi assassini sono liberi?”. Andrio D’Costa, uno dei manifestanti, racconta ad AsiaNews: “Noi cristiani siamo cittadini di questo Paese, ma ci perseguitano perché siamo minoranza. Vogliamo vivere pacificamente e veder puniti gli autori di questo omicidio”.

Anche l’arcivescovo di Chattogram, mons. Lawrence Subrato Howlader, ha visitato le vittime esprimendo vicinanza e tristezza per l’accaduto. P. Anol Terence D'Costa, della commissione per le comunicazioni sociali della diocesi di Barisal, commenta ad AsiaNews: “I cristiani sono stati attaccati per due volte in un anno nello stesso modo a Padrishibpur. È chiaramente un atto di persecuzione. Vogliamo una punizione che sia esemplare".

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