11/09/2009, 00.00
AFGHANISTAN
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Brogli accertati nel voto presidenziale afgano, incertezze sulla sua validità

La Commissione elettorale centrale riconosce brogli in alcune decine di seggi e ne dichiara nulli i voti. Abdullah, principale oppositore, accusa il presidente uscente Karzai, che si è confermato con oltre il 50% delle preferenze. Fonti di AsiaNews: non dimentichiamo il grande significato di questo voto.

Kabul (AsiaNews) – La Commissione elettorale centrale (Cec) afgana ha annullato per brogli i voti di 83 sezioni elettorali in tre province parlando di “evidenti e convincenti prove di frodi”. Abdullah Abdullah accusa il presidente uscente Hamid Karzai, che intanto ha ottenuto circa il 54% delle preferenze così da essere eletto senza andare al ballottaggio. Ora tutti si chiedono se il risultato sarà comunque ritenuto valido o se le intere elezioni saranno invalidate e si dovrà tornare alle urne.Tra l’altro è stato annullato il voto in 5 sezioni elettorali a Paktika, perché i voti “non sono stati emessi o contatti in modo equo”. In altri casi si parla di materiale elettorale scomparso, annotazione di falsi documenti di identità e così via. Secondo la Cec nel Paese ci sono 25.450 seggi, in ognuno si sono avuti in media 600-700 voti.

Il presidente della Cec Grant Kippen dice che comunque non sarà ripetuto il voto, ma saranno soltanto sottratti dal risultato i voti annullati.

La decisione sulla validità del voto è attesa in tempi rapidi, perché l’incertezza aggrava la situazione. Le opinioni sono discordi: a chi osserva che un’elezione con brogli non è legittima, altri rispondono che si parla comunque solo di qualche migliaio di voti e invitano ad attendere la fine della conta dei voti prima di esprimere convinzioni sulla loro validità.

Fonti locali di AsiaNews osservano che questo problema sta facendo trascurare il dato rilevante: che hanno votato circa il 50% dei 17 milioni di elettori, nonostante le gravi minacce dei talebani, gli attacchi ai seggi durante il voto con decine di morti, il diffuso analfabetismo. Segno che la popolazione ha comunque fiducia nel sistema elettorale.

“Nel 2004 aveva votato il 70% degli aventi diritto – dice la fonte, che chiede l’anonimato – ma allora c’era molta più fiducia in una rapida ricostruzione e apparivano possibili cambiamenti radicali. Il cittadino non si aspetta particolari miglioramenti nella sua vita, chiunque vinca. Ma ha voluto riaffermare la propria fiducia nel sistema democratico, al di là delle molte diffuse critiche verso il governo di Karzai”.

L’inviato Usa Richard Holbrooke osserva che gli eventuali brogli sono conseguenza delle estreme difficoltà che hanno accompagnato la votazione, per cui ritiene che il voto stesso sia già un successo e invita a non valutarne gli esiti paragonandolo a quelli delle maggiori democrazie occidentali. Invita a ricordare che il nemico comune sono “la gente dell’11 settembre, la gente che ha attaccato gli Stati Uniti, che ha attaccato Londra”.

Invece Abdullah, che ha avuto il 30% delle preferenze, insiste sulla poca credibilità di “un governo che ha dato pessimi risultati, con corruzione diffusa e il Paese chiamato un NarcoStato. Lo Stato di diritto non esiste”.

Il nuovo voto non potrebbe esserci prima del 2010, perché la Cec deve prima decidere oltre 2mila denunce scritte di irregolarità.

Peter Manikas, direttore regionale dell’Istituto nazionale democratico, corpo  indipendente, osserva che magari l’attuale problema sarà superato tramite accordi tra i contendenti alla presidenza, ma la vera questione è come restituire credibilità al sistema elettorale. Anche perché nel 2010 ci saranno le elezioni politiche e paventa che i brogli si ripetano.

I donatori occidentali prevedono di tenere una conferenza internazionale sull’Afghanistan prima della fine dell’anno: per allora la questione dovrà esser stata risolta.

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