25/09/2009, 00.00
AFGHANISTAN
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Fra una settimana sarà proclamato il nuovo presidente afghano

Accelerate le verifiche sui voti, si attendono i risultati finali per l’inizio di ottobre. Fonti di AsiaNews: non dimentichiamo che a morire è anche e anzitutto la popolazione locale.

Kabul (AsiaNews) – I risultati finali delle elezioni presidenziali del 20 agosto potrebbero essere resi pubblici all’inizio di ottobre, secondo fonti ufficiali. Il risultato potrebbe influire anche sulla decisione del presidente Usa Barack Obama se aumentare o meno la presenza militare nel Paese, che analisti notano è stata posposta. Fonti locali descrivono ad AsiaNews l’attuale situazione.

Tutti concordano che ci sono casi accertati di brogli elettorali, ma sembra pacifico che le elezioni non saranno ripetute. Il dubbio invece è se, con l’eventuale eliminazione dei voti sospettati di broglio, il presidente uscente Hamid Karzai si confermerà oltre la soglia del 50% dei votanti, che assicura la vittoria al primo turno, o dovrà invece affrontare il ballottaggio col suo principale oppositore, l’ex ministro Abdullah Abdullah. Il risultato preliminare ha assegnato a Karzai il 54,6% delle preferenze, ma osservatori dell’Unione europea hanno avanzato dubbi sulla regolarità di circa 1,5 milioni dei 5,8 milioni dei voti.

Entrambe le possibilità sono negative per le forze occidentali, perché nel primo caso la vittoria del presidente Karzai sarebbe comunque indebolita da molti dubbi, mentre una nuova consultazione elettorale darebbe ai ribelli talebani ampia possibilità di compiere attentati e creare insicurezza.

Karzai potrebbe anche trovare una soluzione di compromesso con Abdullah e formare una coalizione, anche se allo stato attuale le loro posizioni appaiono inconciliabili.

Con certezza proseguirà la presenza dei militari italiani, impegnati in missione di pace, come appare confermare in modo indiretto anche il maggiore Amoriello. Egli, parlando degli ultimi due militari feriti ieri a Shindand mentre scortavano alcuni medici, osserva che i talebani stanno perdendo il controllo della zona, importante crocevia di droga e armi, grazie all’attività delle Forze di sicurezza che sempre più conquistano il favore della popolazione locale.

Fonti locali spiegano ad AsiaNews che la battaglia per la democrazia in Afghanistan è ancora tutta da giocare. “Al di là dei risultati elettorali – dice la fonte, che chiede l’anonimato – la percentuale dei votanti è forse persino inferiore al 50% di quella ufficiale. Sintomo di una progressiva sfiducia verso la politica, mentre 4 anni fa i votanti erano stati molti di più. Allora un cambiamento sociale sembrava possibile e imminente, oggi molta gente vive con grande delusione”.

“Dopo l’attentato del 17 settembre sono molto aumentate le misure di sicurezza. Tutto ciò è necessario,  ma rende sempre più difficile la vita della gente”.

 “E’ giusto – prosegue - che i Paesi occidentali siano preoccupati per i propri soldati. Ma ricordate che in ogni attentato la maggior parte delle vittime sono sempre civili afghani, presenti per caso. Son si sa il loro numero esatto perché molti non vengono nemmeno portati in ospedale. Negli ospedali non sempre vi sono dati certi e liste di chi va al pronto soccorso e di chi viene curato”.

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