24/01/2022, 11.25
OCEANIA
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Caritas Tonga: 'Cenere dappertutto, acqua potabile l'emergenza più immediata'

Grazie a un telefono satellitare giunto in loco la rete delle Caritas dell'Oceania è riuscita a ristabilire le comunicazioni con gli operatori a Tongatapu isolati dopo l'eruzione del vulcano sottomarino. Confermato il bilancio di tre vittime, preoccupazione per i campi invasi dall'acqua salata dove per mesi non si potrà seminare. Si stanno distribuendo kit che erano stati predisposti a Tonga per le emergenze da Caritas Nuova Zelanda.

Sidney (AsiaNews) - A più di una settimana ormai dall’eruzione del vulcano sottomarino a Tonga - che con il conseguente tsunami e la pioggia di cenere il 15 gennaio ha causato enormi danni in questo arcipelago dell’Oceania - Caritas Tonga è riuscita a inviare ai propri partner in Oceania le prime notizie dirette sulla situazione.

La nave partita dalla Papua Nuova Guinea deve ancora arrivare in loco per iniziare i complessi lavori di riparazione del cavo sottomarino utilizzato ordinariamente per le comunicazioni, ma è stata riattivata una rete satellitare per le comunicazioni più urgenti. Mentre la pista dell’aeroporto è stata ripulita, permettendo così l’arrivo dei primi voli con gli aiuti internazionali. Questo ha permesso anche alla rete delle Caritas dell’Oceania di avere un quadro più preciso della situazione.

Racconta Dan Skehan di Caritas Australia: “Grazie a un telefono satellitare messo a disposizione dalla Caritas della Nuova Zelanda e fatto arrivare in loco dall’esercito neozalendese, il Catholic Relief Service è riuscito a ristabilire i contatti con Caritas Tonga. Gli operatori locali da Tongatapu hanno confermato che la cenere è dappertutto, le linee elettriche non sono stabili e non ci sono comunicazioni con le altre isole che si trovano al largo”.

Da Tongatapu confermano che per il momento le vittime accertate restano tre. Ristabilire i contatti con le altre isole rimane oggi la prima priorità, insieme all’emergenza per l’acqua potabile, che i danni alla rete idrica ha reso indisponibile per almeno 50mila persone. La gente - raccontano da Tongatapu – sta bevendo solo acqua imbottigliata, ma le scorte non potranno durare a lungo. C’è inoltre preoccupazione anche per i rifornimenti alimentari: nelle aree più colpite i campi e i raccolti sono stati distrutti e la contaminazione del suolo provocata dall’acqua salata renderà impossibile per almeno tre mesi una nuova semina. Si teme poi che anche i pesci possano essere stati contaminati dall’eruzione del vulcano e per questo nei negozi cominciano a scarseggiare i generi alimentari.

Caritas Tonga - riferisce un report diffuso da Caritas Internationalis, che ha aperto una raccolta fondi - aveva a disposizione alcune scorte di generi di prima necessità forniti da Caritas Nuova Zelanda proprio per eventuali emergenze e che si stanno rivelando un aiuto importante per una realtà isolata nel cuore dell’Oceano. Queste scorte comprendono anche un sistema per la purificazione dell’acqua, taniche, secchi, kit per l’igiene; gli operatori li stanno distribuendo nei villaggi costieri più colpiti dalle onde dello tsunami. Cinque comunità, in particolare, hanno fatto registrare gravi danni anche alle abitazioni con 32 case completamente distrutte e altre 72 con lesioni gravi.

Per gli interventi di emergenza – che vengono coordinati dalla Caritas della Nuova Zelanda – gli organismi ecclesiali della regione e il Catholic Relief Service hanno già stanziato complessivamente oltre 18mila euro. Ma oltre agli interventi immediati occorrerà farsi carico anche del ripristino delle scorte di materiali essenziali, importantissimi per un’area remota come Tonga.

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