19/07/2022, 12.40
CINA-STATI UNITI
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Cattolici cinesi piangono p. Flynn, pioniere nella rinascita dei seminari

Missionario di Maryknoll, è morto a New York all'età di 93 anni. Entrato in Cina nel 1987 come docente di inglese nelle università, fu chiamato a Shanghai da mons. Aloysius Jin Luxian. "Fu una grande gioia - raccontava - vedere come le famiglie avevano conservato la fede cattolica nel mezzo della repressione”. All'inizio degli anni Novanta aveva poi fondato un programma che ha permesso a tanti seminaristi, preti e suore cinesi di formarsi negli Stati Uniti.

Shanghai (AsiaNews) – Molti sacerdoti della Cina continentale hanno partecipato in questi giorni al lutto dei missionari di Maryknoll per la morte di p. Lawrence W. Flynn, morto in questi giorni a New York all’età di 93 anni. A dare voce al loro ricordo di questo sacerdote americano è stato xinde.org, il più seguito sito cattolico in Cina, che ha dedicato ben tre articoli agli anni di insegnamento a Shanghai e Pechino di “Lin Chiua” (il nome cinese con cui era conosciuto il missionario tra le comunità locali ndr) e soprattutto il suo impegno per la creazione del China Educators and Formators Project, un programma in forza del quale decine di seminaristi cinesi hanno potuto studiare negli Stati Uniti a partire dai primi anni Novanta.

P. Flynn era diventato sacerdote nel 1987, in età avanzata, dopo aver lavorato come cooperante nel Catholic Relief Services (l’organismo caritativo della Chiesa cattolica degli Stati Uniti) e anche nel dipartimento di Stato Usa. In quegli anni in cui le porte della Cina cominciavano a riaprirsi come altri missionari era potuto entrare nel Paese come insegnante di inglese presso il Suzhou Teachers College nella provincia dello Jiangsu; due anni dopo era stato poi trasferito alla Fudan University di Shanghai.

“Tutti sapevano che ero un sacerdote cattolico – scriveva qualche anno fa p. Flynn ricordando quell’esperienza -. Un giorno la preside mi convocò nel suo ufficio. Con mio grande stupore, mi chiese di tenere una conferenza sugli aspetti storici e culturali della Bibbia, che, notò, erano del tutto sconosciuti in Cina. Parlai per quasi due ore davanti a un auditorium di studenti, colleghi professori. Dopo 45 minuti di domande gli studenti mi seguirono all'uscita, chiedendo di saperne di più”.

Presto sarebbe poi arrivata un’altra richiesta, tramite le autorità: l’allora vescovo "ufficiale" di Shanghai, il gesuita Aloysius Jin Luxian, chiedeva la possibilità di avere p. Flynn tra gli insegnanti del seminario che stava riaprendo dopo 45 anni. La risposta del Vaticano al missionario di Maryknoll che chiedeva come comportarsi fu: “Qualsiasi cosa possiate fare per i seminaristi là è il futuro della Chiesa in Cina”. P. Flynn divenne così il primo sacerdote straniero ammesso a insegnare in un seminario cinese e il suo incarico fu poi esteso anche a quello nazionale di Pechino. “Per me - ricordava - fu una grande gioia trovarmi tra questi giovani fedeli, in gran parte provenienti da un contesto rurale, le cui famiglie avevano miracolosamente conservato la loro fede cattolica nel mezzo della repressione”.

Nei seminari p. Flynn toccò con mano, però, anche le grandi difficoltà nella formazione dei giovani preti cinesi, perché i sacerdoti rimasti erano in grande maggioranza anziani e non abituati a insegnare. Di qui al missionario di Maryknoll venne l’idea di un programma per permettere ai seminaristi cinesi di poter compiere almeno un periodo della propria formazione nei seminari degli Stati Uniti. Con il sostegno di numerosi cardinali e vescovi americani nacque il China Educators and Formators Project, che vide tra il 1991 e il 1994 ben 45 studenti cinesi - seminaristi, diaconi, sacerdoti e anche suore – recarsi negli Stati Uniti per la loro formazione. “Oggi, 30 anni dopo - scrive xinde.org ricordando p. Flynn - la maggior parte di loro presta il proprio servizio pastorale in seminari, diocesi, parrocchie e istituzioni ecclesiastiche in Cina e negli Stati Uniti, costituendo una risorsa importante per la Chiesa locale, collaborando con gli altri studenti internazionali del programma e quelli formatisi in altri Paesi”.

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