20/12/2005, 00.00
Cina
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Cattolici dello Shanxi: appello a Pechino per le proprietà sequestrate alla Chiesa

Dopo il violento pestaggio a preti e suore, si chiede al governo di intervenire perché gli edifici requisiti in modo ingiusto siano ridati ai legittimi proprietari.

Tianjin (AsiaNews) - In un appello rivolto all'autorità di Tianjin, al Ministero del Fronte Unito e all'Ufficio centrale degli Affari religiosi, i cattolici di Taiyuan e di Yuci chiedono di intervenire perché sia fatta giustizia sulle proprietà delle due diocesi che il governo locale di Tianjin ha incamerato contro ogni regola stabilita da Pechino.

L'appello è stilato due giorni dopo le violenze subite da un gruppo di cattolici che dallo Shanxi si sono recati a Tianjin per esigere il ritorno delle proprietà.

Il 16 dicembre alcuni sacerdoti sono stati picchiati a sangue da 30 energumeni con sbarre di ferro, bastoni e mattoni. La polizia intervenendo si è lasciata sfuggire i teppisti e ha bloccato i sacerdoti in questura per interrogarli, negando per ore le cure ospedaliere.

L'appello fa notare che gli edifici, requisiti da Mao Zedong, sarebbero dovuti ritornare alla Chiesa già dopo la Rivoluzione Culturale (1966-1976). Il ritorno delle proprietà ecclesiastiche – come mezzo di sostentamento delle comunità - è riaffermato con i regolamenti sulle attività religiose (del '94 e del 2005). Invece da anni il dipartimento delle proprietà immobiliari (governativo) gestisce per conto suo terreni e affitti degli edifici.

Tali edifici erano proprietà di istituti missionari già nel XIX e nel XX secolo. I proventi derivati dall'affitto di terreni e case servivano a finanziare le missioni dell'interno, più povere e senza mezzi. Prima dell'avvento di Mao, le proprietà degli istituti missionari vennero trasferite alle rispettive diocesi.

Il problema della difesa delle proprietà immobiliari è divenuto più acuto in questi anni. A causa del grande sviluppo economico e del valore raggiunto da edifici in centro città, spesso il governo locale, in combutta con imprese immobiliari, requisisce, distrugge, ricostruisce e vende edifici e terreni non di sua proprietà. Molti proprietari, senza alcun indennizzo, vengono sfrattati, rapiti e perfino uccisi.

Lo scorso anno la costituzione cinese è stata cambiata per affermare il diritto e la difesa della proprietà privata. Ma in Cina non vi sono ancora leggi a difesa della proprietà privata, lasciando spazio a soprusi e violenze.

 

Riportiamo di seguito il testo della petizione, inviata al Governo popolare di Tianjin

e per conoscenza a:

Ministero del Fronte Unite

Dipartimento degli Affari Religiosi

Dipartimento del Fronte Unite della provincia di Shan Xi

Dipartimento degli Affari Religiosi della provincia di Shan Xi

 

 

le comunità cattoliche  delle diocesi di Taiyuan e Jinzhong (Yuci), nella provincia dello Shanxi hanno diverse proprietà immobiliare a Tian Jin. Dopo la Rivoluzione culturale, il nostro paese ha ristabilito la politica della libertà religiosa e ha dato indicazioni alle autorità locali di restituire le proprietà immobiliari che appartengono alle comunità religiose. Nel 1993, il Dipartimento dell'amministrazione immobiliare di Tianjin ha pubblicato il documento n. 392 (1993), il documento 102 (1993), il documento 103 che decidono la restituzione alle comunità religiose delle proprietà immobiliari che ad esse appartengono entro il 1 luglio 1993, per risolvere la questione dell' automantenimento.

Nel 1993, il Dipartimento dell'amministrazione immobiliare di Tianjin  ha preso in gestione le proprietà immobiliari che si trovano a Tianjin e che appartengono alla nostra comunità cattolica della provincia di Shanxi. Fino ad oggi esse non sono state restituite alla Chiesa.

Il 1° marzo 2005 entrano in vigore i Regolamenti degli Affari Religiosi. Al numero 30 di tale documento si afferma: "la legge protegge i terreni utilizzati in modo legittimo dalla comunità religiosa e il luogo dove si pratica il culto; protegge proprietà e utilizzo legittimo di case, edifici, strutture e di tutte le proprietà e i redditi. Nessuna organizzazione o individuo può impossessarsene, ostacolare, dividere illegalmente, danneggiare oppure apporre i sigilli, sequestrare, congelare, espropriare, offendere la proprietà legittima della comunità religiosa e i luogo di culto; non si può danneggiare gli oggetti archeologici che appartengono, o che sono utilizzati dalla comunità religiosa".

Abbiamo inviato diverse lettere e persone per trattare la questione con il Dipartimento dell'amministrazione dell'immobiliare di Tianjin e con quelli che vengono definiti "le dita della proprietà immobiliare religiosa" [l'Ufficio affari religiosi? – ndr]. Essi non solo sono rimasti indifferenti alla nostra richiesta ed appello, ma addirittura hanno già demolito le immobiliare della via di Bo Ai e di via Jianguo senza nessun autorizzazione (su questo fatto abbiamo protestato con rigore e chiesto soddisfazione per le nostre legittime richieste).

Quest'anno, per l'ennesima volta, le nostre proprietà su via Jinbu sono state riparate e affittate senza alcuna autorizzazione. Dopo avere ricevuto con stupore la notizia, i vescovi, i sacerdoti e i fedeli delle due diocesi, indignati, hanno tutti proposto di andare a Tianjin per chiedere giustizia alla corte. Per applicare in modo migliore la politica religiosa del Partito, proteggere i diritti legittimi della nostra chiesa, alcuni sacerdoti delegati si sono recati a Tianjin per sporgere denuncia. Arrivati il 15 dicembre, siamo stati ricevuti dal vicesindaco incaricato della questione e da alcuni responsabili comunali. La sobria risposta non conteneva nessuna misura concreta. Impossibilitati a dare una risposta soddisfacente ai nostri sacerdoti e fedeli, chiediamo per l'ennesima volta quanto segue:

1.    la restituzione delle proprietà immobiliari della comunità cattolica dello Shanxi, situate a Tianjin; in particolare l'edificio in restauro nella via Jinbu. Prima della restituzione alla chiesa, non va né affittato, né venduto in alcun modo. Vanno anche ritornati quelli già affittati.

2.      per gli edifici già demoliti a via Boai e a via Jianguo, senza nessun autorizzazione, va trovata una soluzione ragionevole.

3.      le "dita della proprietà immobiliare religiosa" del comune di Tianjin devono presentare documenti dettagliati e scritti sulle entrate e le uscite delle proprietà in questione, per tutto il periodo della loro amministrazione. 

4.      verificare e risolvere le questioni di altre proprietà delle nostre comunità, oltre a quelle di via Boai, via Jianguo, via Jinbu.

Il reclamo di cui sopra è fatto da tutti i vescovi, sacerdoti e fedeli delle nostre due diocesi. Preghiamo l'amministrazione comunale, il Comitato municipale del Partito di Tianjin che applichino con cura i Regolamenti degli Affari religiosi, facendo scelte di politica alta ed adeguata, mantenendo la stabilità e garantendo i diritti legittimi della nostra comunità religiosa. Risolvere la questione delle nostra proprietà ecclesiali che si trovano a Tianjin, facilita l'automantenimento delle nostre comunità, promuove lo sviluppo integrato di comunità religiosa e società e serve alla costruzione di una società armonica [l'ideale di Hu Jintao – ndr]

 

                                                                                                                                                                    

La comunità cattolica della diocesi di Taiyuan, provincia dello Shanxi

 La comunità cattolica della diocesi di Jinzhong (Yuci), provincia dello Shanxi

 

18 dicembre 2005

 

(traduzione dal cinese a cura di AsiaNews)

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