23/01/2012, 00.00
CINA
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I 100 anni del vicariato apostolico a Tianjin, senza i vescovi

Le celebrazioni punteranno su preghiera, condivisione, vita, comunione. La Chiesa di Tianjin ha visto persecuzioni e violenze, ma anche un movimento per far nascere clero e gerarchia autoctona, capeggiato dal p. Vincent Lebbe. I due vescovi sono agli arresti domiciliari, non riconosciuti dal governo.
Tianjin (AsiaNews/Ucan) - La diocesi di Tianjin ha lanciato una serie di speciali celebrazioni per festeggiare i 100 anni di una presenza cattolica stabile nella città. Il 2012 è infatti il 100mo anniversario della fondazione del vicariato apostolico di Zhili (Bin Hai, chiamato poi “di Tianjin” nel 1924).

La città divenne sede di una diocesi nel 1946, quando Pio XII stabilì la gerarchia ecclesiastica in Cina.
Le celebrazioni sono iniziate con una messa presieduta da p. Leo Zhangliang, concelebrata da altri 17 sacerdoti e alla presenza di circa 100 fedeli.

L’anno sarà suddiviso in quattro periodi (“stagioni”), in cui sottolineare via via elementi importanti per la fede: preghiera, condivisione, vita, comunione.

La celebrazione inaugurale è avvenuta nella Charity Mansion, da cui è nata la presenza cattolica nella città. Nel 1866, infatti, alcune suore vincenziane francesi hanno aperto quella casa per curare orfani e malati. La casa è stata distrutta durante moti anti-occidentali nel 1870 e ricostruita a pochi metri dalla sede originale solo l’anno scorso.

Va detto che Tianjin è uno dei luoghi in cui le potenze occidentali hanno stabilito loro concessioni (territorio cinese strappato alla giurisdizione di Pechino), creando molto malcontento fra i locali.

Tianjin è stata anche la base di un movimento anti-coloniale e a favore di una Chiesa indigena, capeggiata dal padre belga Vincent Lebbe, grande fautore di un clero e di una gerarchia autoctoni.

La diocesi di Tianjin ha circa 40 sacerdoti, decine di suore e più di 100mila cattolici. Vi sono due vescovi, mons. Stefano Li Side, ordinario, e mons. Melchiorre Shi Hongzhen, coadiutore. Entrambi appartengono alla comunità sotterranea e sebbene il Vaticano li riconosca, il governo li rifiuta e li obbliga di fatto agli arresti domiciliari. A mons. Li Side è proibito andare a Tianjin e in cattedrale, come pure esercitare il suo ministero. Mons. Shi è riconosciuto solo come sacerdote e gli è vietato portare insegne episcopali.
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