07/10/2009, 00.00
INDIA
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Chhattisgarh: la Chiesa in aiuto delle madri per sconfiggere la mortalità infantile

di Nirmala Carvalho
Le statistiche dello Stato parlano di 10mila neonati che muoiono nel primo giorno di vita. L’esperienza del servizio di assistenza sanitaria dell’arcidiocesi di Ambikapur: 93 centri di prima assistenza per donne in cinta a bambini da zero a cinque anni.
Raipur (AsiaNews) - “Nel Chhattisgarh, e nei vicini Stati dell’est, 40mila bambini muoiono entro il primo anno di vita: 10mila entro il primo giorno e 20mila nella prima settimana”. Sono le cifre ufficiali che un funzionario del progetto governativo Integrated Child Development Services (ICDS) cita per descrivere le dimensioni del fenomeno della mortalità neonatale ed infantile in India.
 
Suor Puspha lavora nel villaggio di Lundra, nel Chhattisgarh, dove coordina un centro della Raigarh-Ambikapur Health Association (Raha), il servizio di assistenza sanitaria dell’arcidiocesi di Ambikapur, dedicato a donne incinta e bambini da zero a cinque anni.
 
“Offriamo il nostro servizio a donne e bambini senza discriminazione di religione o di casta e badiamo solo a prenderci cura di loro”, spiega la suora ad AsiaNews. E aggiunge: “Abbiamo 93 centri di prima assistenza medica che operano nelle zone più remote delle aree tribali dei distretti di Jaspur, Raigarh, Surguja e Korea con infermieri professionali e strutture mediche”.
 
Il Raha è una risposta alla piaga della mortalità neonatale ed infantile in India. Dal 1995 è entrato a far parte del ICDS e porta avanti il suo lavoro nonostante la situazione drammatica ed i tentativi di discriminazione delle associazioni indù. Nel 2006 l’associazione ha dovuto subire anche una temporanea esclusione dal ICDS su pressione di alcuni membri locali del partito indù Bharatiya Janata Party (BJP).
 
Sr Emilina, anch’essa impegnata con il Raha di Lundra, afferma: “Siamo afflitti dalle statistiche ed è una profonda vergogna. L’India fa passi da gigante nel mondo globale e ottiene successi anche nelle imprese spaziali, ma i nostri poveri delle regioni rurali e tribali non hanno nemmeno l’assistenza sanitaria di base”.
 
Le principali cause di morte neonatale sono spesso legate alle pratiche tradizionali dei tribali che si mischiano con la superstizione. Le suore del Raha spiegano che nei villaggi i neonati non vengono allattati subito e le madri non nutrono i bambini per tre giorni dopo il parto.  
 
Sr Puspha racconta che “moltissime donne soffrono di malnutrizione e anemia durante la gravidanza per cui i bambini nascono sottopeso, con problemi di respirazione e spesso già affetti da polmonite e diarrea”.
 
La coordinatrice del Raha di Lundra spiega che l’associazione “si preoccupa di insegnare alle madri anche i metodi elementari per accudire i neonati, dalle vaccinazioni e alle esigenze minime dell’igiene”.
 
L’opera delle suore è una sfida culturale oltre che sociale, deve fare i contri con una realtà complessa e va oltre le semplici cure mediche. “In questi villaggi sperduti – dice sr. Puspha - le nostre donne incinta non hanno tempo per venire con regolarità ai controlli, sono gravate dai lavori in casa e dai piccoli impieghi con cui portano a casa magri stipendi. Avere tempo per prendersi cura di loro stesse e della loro salute è un lusso”.
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