03/12/2010, 00.00
IRAQ
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Chiese cristiane in Iraq: il 9 dicembre, digiuno per i martiri della cattedrale di Baghdad

I capi religiosi cristiani, radunati ad Erbil, hanno anche deciso di confrontarsi coi deputati cristiani dei partiti, per comprendere le ragioni dietro agli attacchi contro i fedeli. Una richiesta al governo kurdo di garantire scuola e lavoro a 520 famiglie cristiane rifugiatesi nel Nord.
Erbil (AsiaNews) – Il Consiglio dei capi religiosi cristiani in Iraq ha chiesto ai fedeli di tutte le Chiese di fare del 9 dicembre prossimo una giornata di digiuno per commemorare i martiri della cattedrale siro-ortodossa di Baghdad.
 
Lo scorso 31 ottobre, un gruppo di giovani terroristi legati ad al Qaeda ha attaccato la chiesa di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso nella capitale irakena, mentre si teneva la liturgia. L’attacco e il seguente blitz delle forze dell’ordine hanno fatto 58 morti e oltre 70 feriti. Fra coloro che hanno perso la vita vi sono 46 fedeli – compresi donne e bambini - e due sacerdoti.
 
I capi religiosi cristiani si sono radunati ieri ad Erbil, nel nord, proprio per studiare la situazione e i problemi delle loro comunità dopo il violento attacco a Baghdad, che ha generato una nuova ondata di rifugiati verso il Nord.
 
Oltre al lancio della Giornata di digiuno, i capi hanno deciso di incontrarsi con i capi dei partiti politici che hanno deputati cristiani per discutere con loro le ragioni dietro gli attacchi e per cercare qualche soluzione. Secondo i capi religiosi, il governo non garantisce sufficiente sicurezza verso i cristiani.
 
Un altro problema affrontato è l’arrivo nel Kurdistan (Nord Iraq) di quasi 520 famiglie, che non hanno né alloggio, né lavoro, né scuole per gli studenti. I capi religiosi vogliono domandare al governo kurdo di garantire l’istruzione e il lavoro a queste famiglie.
 
Lo scorso 1° dicembre, i capi cristiani si sono rifiutati di partecipare a un incontro su “Coesistenza e Tolleranza sociale” organizzata a Erbil dal ministero irakeno dei Diritti Umani, per criticare la poca attenzione del governo alla sicurezza dei cristiani.
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