11/12/2025, 14.50
SRI LANKA
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Ciclone Ditwah: la corsa contro il tempo per bloccare il cibo avariato

di Arundathie Abeysinghe

Sono più di 2,3 milioni gli abitanti dello Sri Lanka messi in ginocchio dalla catastrofe naturale abbattutasi sul Paese il 28 novembre. Si stima che 3 milioni di capi di bestiame siano morti nel disastro, mentre riso danneggiato dalle acque dell'alluvione è finito lo stesso in vendita. Mentre il 20% delle risaie è stato distrutto dalle inondazioni. 

Colombo (AsiaNews) - Oltre 2,3 milioni di cittadini dello Sri Lanka, circa il 50% dei quali donne, vivono nelle aree inondate dal ciclone Ditwah che ha colpito il Paese il 28 novembre, sommergendo oltre 1,1 milioni di ettari - quasi il 20% del territorio - e causando gravi danni a case, infrastrutture e servizi essenziali oltre a più di 600 morti. Circa 1,2 milioni di donne, 522.000 bambini e 263.000 anziani sono stati colpiti, esercitando una forte pressione sui servizi essenziali. Definito “uno dei peggiori disastri da alluvione che hanno colpito lo Sri Lanka da decenni”, il ciclone ha investito regioni e settori già destabilizzati dalla peggiore crisi economica dell’era post-indipendenza. Attualmente, molti settori stanno subendo pesanti conseguenze, mentre le autorità sanitarie affrontano la sfida enorme di impedire che cibo avariato e non sicuro raggiunga i mercati; inoltre, 143 chilometri della costa dello Sri Lanka risultano inquinati a seguito delle gravi inondazioni e anche le risaie sono state devastate.

Secondo gli studiosi, il ciclone ha generato perdite economiche stimate tra il 3 e il 5% del Prodotto Interno Lordo (PIL) del Paese, con ripercussioni sulla ripresa post-crisi. Il governo ha stimato perdite tra i 6 e i 7 miliardi di dollari. Il ciclone ha messo in luce le debolezze infrastrutturali dello Sri Lanka, le lacune nella preparazione ai disastri e le persistenti disuguaglianze sociali.

Un grave problema attuale nel Paese è la diffusione di cibo avariato, in particolare riso e carne, immessi sul mercato mentre si stima che oltre 3 milioni di capi di bestiame siano morti durante il disastro, e scorte di riso danneggiato dalle acque dell’alluvione sono ugualmente finite in vendita.

Gli accademici Sampath Alwis, Pradeepa Gunathilake e Shirantha Dissanayaka hanno spiegato ad Asia News che “le fattorie di bestiame in diversi distretti sono state spazzate via e il pollame è morto. Molti individui stanno tentando di vendere carne ricavata da animali morti a compratori ignari. Allo stesso modo, carne contaminata, raccolti, verdure, scorte di cereali, riso e altri alimenti esposti alle acque dell’alluvione sono attualmente in circolazione nei mercati. Molti di questi prodotti sono stati riconfezionati, lavorati e venduti, rappresentando una grave minaccia per la salute pubblica. Lo scorso fine settimana, gli ispettori sanitari (PHI) hanno scoperto un’operazione illegale che prevedeva la lavorazione e distribuzione di riso danneggiato dalle inondazioni e inadatto al consumo a Harispattuwa, Kandy. Durante il blitz, gli agenti hanno sequestrato 1.000 chilogrammi di riso contaminato. Il ruolo del pubblico è fondamentale nel segnalare punti vendita o prodotti sospetti.”

Secondo alti funzionari dell’Autorità per la Protezione dell’Ambiente Marino (MEPA), 143 chilometri della costa dello Sri Lanka sono stati inquinati a seguito delle gravi inondazioni provocate dal ciclone Ditwah, causando significativi danni ambientali lungo il litorale; per il ripristino delle aree colpite saranno necessarie 5.280 ore di lavoro, con le regioni più danneggiate che includono le fasce costiere di Colombo, Negombo, Chilaw, Puttalam, Kalpitiya e diverse zone della Provincia Orientale. Detriti, rifiuti e oggetti personali trascinati via durante alluvioni e frane in tutto il Paese e trasportati dai sistemi fluviali si sono depositati lungo la costa. Anche rifiuti provenienti dalle coste dell’India si sono accumulati sulle spiagge dello Sri Lanka, aggravando ulteriormente l’inquinamento. La MEPA sta mobilitando personale assunto per l’emergenza e le operazioni dovrebbero durare più di tre settimane.”

Secondo gli accademici di Scienze Agrarie Oshantha Rathnayaka e Senarath Chandrasekara, “poiché il 20% delle risaie è stato distrutto dalle inondazioni, inizialmente sarà necessario pulire i campi prima della coltivazione. Questo potrebbe richiedere circa due settimane per rimuovere sabbia e limo. Sarebbe consigliabile coltivare varietà di riso a ciclo di tre mesi, che possono essere ottenute dagli agricoltori delle aree non colpite dalle inondazioni, poiché il Dipartimento dell’Agricoltura non sarà in grado di fornire le sementi necessarie. Le autorità devono fornire adeguati fertilizzanti agli agricoltori per consentire la ricoltivazione, dato che quelli acquistati inizialmente saranno già stati utilizzati”.

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