11/06/2005, 00.00
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Cina ed EU, accordo temporaneo sul tessile

Shanghai (AsiaNews/Agenzie) - L'Unione Europea e la Cina sono giunte a un accordo la notte scorsa per frenare la valanga di importazioni di prodotti tessili verso l'Europa. L'accordo, che varrà fino al 2008, smorza anche la polemica e le minacce di guerra economica cresciute in queste settimane.

Peter Mandelson, capo della Commissione UE per il commercio, si è felicitato dell'accordo, firmato a Shanghai dopo un lungo dialogo non-stop con Bo Xilai, Ministro cinese del Commercio.

"E' un accordo - ha detto Mandelson - e in quanto tale aiuta gli interessi di entrambi. Non ci sono vincitori, né vinti. L'accordo dà buone prospettive alla Cina e nello stesso tempo dà all'industira europea un po' di tempo per respirare".

Non sono noti i dettagli dell'accordo. Ma un diplomatico dell'UE ha detto che la Cina ha accettato di limitare la crescita delle esportazioni di 10 prodotti tessili e delle confezioni fra 8 e il 12,5% ogni anno. Xinhua afferma che, in cambio, l'UE dovrebbe aprire il suo mercato tessile "in modo completo alla Cina per il 2008".

Bo Xilai ha detto che l'accordo mostra quanto la Cina sia un partner commerciale "responsabile e cooperativo" E ha aggiunto: "Il diritto della Cina a un mercato tessile libero è più che giusto, come è stato messo in chiaro 3 anni fa, dopo l'entrata della Cina nell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Lo stesso si può dire del commercio nel terizario e del settore agricolo".

Il ministro ha anche apprezzato la sincerità dell'UE nel cercare di risolvere la disputa mediante "il dialogo e la consultazione", in forte contrasto con "le azioni unilateriali di alcun i paesi" nell'affronto di questi problemi. Bo alludeva agli Stati Uniti che hanno già rifiutato la restrizione al 7,5% di crescita proposta dalla Cina su 7 prodotti tessili. Per gli Stati Uniti la mossa è insufficiente ed essi vogliono invece una rivalutazione dello yuan.

L'accordo stipulato ieri sgonfia temporaneamente una guerra commerciale iniziata il 1 gennaio di quest'anno: con la fine delle quote fissate per l'industria tessile, molti prodotti cinesi a basso prezzo hanno invaso il mercato europeo. Nel primo trimestre del 2005 l'importazione di camicie "made in China" è cresciuta in Europa del 157%, rispetto allo scorso anno, con un volume di affari di 150 milioni di dollari Usa. L'importazione di golf cinesi e di pantaloni da uomo è salita a oltre il 400%.

L'accordo deve essere ancora approvato da tutti i 25 membri dell'UE, ma diplomatici affermano che perfino Francia e Italia, che hanno preso le posizioni più agguerrite sul tessile cinese, avalleranno questa soluzione. Intanto, le ditte tessili cinesi dicono che a causa dell'incertezza di questi giorni, gli ordini  sono diminuiti in modo drastico.

Il volume totale del commercio fra Cina ed UE è giunto a quota 177,3 miliardi di dollari Usa nel 2004. L'esportazione del tessile cinese in Europa è valutato attorno ai 10,79 miliardi di dollari.

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