12/02/2016, 12.59
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Corea, altissima tensione fra Seoul e Pyongyang: torna lo spettro della Guerra fredda

Il regime di Kim Jong-un lancia un razzo e scatena la reazione della Corea del Sud. Tagliata la “linea rossa” di comunicazione diretta fra i due governi e interrotta ogni operazione nel complesso industriale intercoreano di Kaesong. Una fonte di AsiaNews: “La situazione stavolta sembra davvero grave”.

Seoul (AsiaNews) – Il governo della Corea del Sud ha confermato di aver tagliato l’elettricità e la fornitura d’acqua al complesso industriale intercoreano di Kaesong, ultimo punto di contatto fra i governi di Seoul e Pyongyang, dopo aver ordinato la sospensione delle operazioni commerciali. La decisione è stata presa dopo la comunicazione da parte del regime guidato da Kim Jong-un di voler espellere tutti i lavoratori sudcoreani dall’area. Pyongyang ha anche ordinato all’esercito di prendere possesso del complesso, a pochi chilometri dal confine.

L’aggravarsi della situazione nella penisola, divisa sin dal 1953, sembra per il momento inevitabile. Lo scorso 7 febbraio il Nord ha lanciato un razzo, definito un satellite con scopi scientifici; il Sud ha risposto condannando l’operazione, vista come “un test missilistico bellico”, e ha chiesto alla comunità internazionale di applicare nuove sanzioni nei confronti del regime. In risposta, Pyongyang ha tagliato la “linea rossa” di comunicazione diretta con Seoul e ha congelato i conti correnti sudcoreani che transitano in una banca del Nord per il pagamento degli stipendi degli operai di Kaesong.

I circa 280 lavoratori sudcoreani nel complesso intercoreano, fino a oggi considerato un “porto franco” per le comunicazioni bilaterali, sono tornati a casa. A loro è stato impedito di portare ogni oggetto che non fosse di necessità medica. La Commissione per la pacifica riunificazione della Corea – emanazione del governo del Nord – ha diramato un comunicato in cui definisce la chiusura di Kaesong da parte di Seoul “una pericolosa dichiarazione di guerra” e una “chiara volontà di tagliare ogni forma di relazione fra Nord e Sud”.

Kaesong è stato inaugurato nel 2004 grazie alle politiche di distensione messe in campo dal presidente sudcoreano Kim Dae-jung (decaduto dalla carica nel 2003). Da allora ha fruttato al governo del Nord circa 616 miliardi di won (circa 560 milioni di dollari) in rimesse e tasse. In sostanza, l’area combina il capitale e la tecnologia sudcoreana con la manodopera nordcoreana: le 124 aziende del Sud che vi operano hanno assunto lo scorso anno 54mila operai del Nord. Questi hanno prodotto nel solo 2015 beni per un valore pari a circa 550 milioni di dollari.

Insieme ai tour sul monte Kumgang, alla “linea rossa” diretta e al “villaggio della pace” di Panmunjon, il complesso industriale è stato per anni uno dei pochi ponti fra le due nazioni. Nonostante le relazioni siano state sempre altalenanti, non è mai successo che tutti i punti di contatto venissero interrotti. Una fonte cattolica del Sud spiega ad AsiaNews che la situazione “questa volta è davvero grave. Sembra di essere tornati ai tempi della Guerra Fredda: da una parte la Corea del Nord con Cina e Russia, dall’altra la Corea del Sud con Stati Uniti e Giappone”.

Diversi analisti fanno notare oggi come in effetti i rapporti fra Pechino e Pyongyang sembrano essersi normalizzati, dopo un lungo periodo di freddezza diplomatica; allo stesso tempo, il governo conservatore di Seoul guidato da Park Geun-hye si è più volte rivolto a Tokyo e Washington per sostegno militare e diplomatico in seno alla comunità internazionale contro il regime dei Kim. 

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