06/04/2022, 13.27
FILIPPINE
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Corsa alla presidenza: Robredo contro le miniere nei territori indigeni

di Stefano Vecchia

La principale sfidante di Marcos Jr. nelle elezioni del 9 maggio ha firmato un accordo con un associazione di 18 gruppi indigeni, impegnandosi a tutelarne i diritti sulle terre in cui vivono. Ancora distante nei sondaggi è data però in forte recupero sul tandem formato dal figlio dell'ex dittatore e Sara Duterte. 

Manila (AsiaNews) - In vista del voto del 9 maggio, la campagna elettorale nelle Filippine cerca di raggiungere gruppi di elettori spesso marginali. Ieri la candidata alla presidenza Leni Robredo e il candidato alla vice-presidenza a lei associato secondo il sistema elettorale filippino, Francis “Kiko” Pangilinan, hanno firmato un accordo con l’associazione Sambubungan che rappresenta 18 gruppi indigeni. Se eletti i due si impegnano a tutelarne i diritti e ad assicurarne la partecipazione attiva alla gestione delle aree in cui vivono. Per favorirne autonomia culturale e integrazione nei progetti di sviluppo, i candidati hanno anche indicato come il prossimo Censimento decennale, previsto nel 2025, dovrà prevedere la possibilità di meglio definirne consistenza, condizioni e necessità.

Sono 110 i gruppi etnico linguistici censiti nell’arcipelago filippino per un totale stimato di 16-18 milioni di persone. Una realtà decimata sui territori d’origine dall’emigrazione, mentre altri faticano a resistere alla pressione sulle terre ancestrali da parte di compagnie minerarie, del legname e della pesca, come pure di “progetti di sviluppo” governativi ideati e attuati senza coinvolgere le comunità locali già colpite da disoccupazione, sottoccupazione, analfabetismo e povertà. Tutto questo rende difficile mantenere modalità di vita strettamente connesse con il territorio originario. Le popolazioni indigene devono fare i conti spesso anche con azioni violente delle compagnie minerarie in collusione con interessi economici e politici locali o nazionali se rifiutano di cedere all’esproprio di terre e risorse.

In questo contesto è significativo come la Robredo abbia da tempo promesso di fermare la ripresa delle attività mineraria nei domini ancestrali e in aree di rilevanza ambientale, ripresa dal presidente uscente Rodrigo Duterte dopo una moratoria di quattro anni.

Intanto nella corsa alla presidenza la distanza tra le candidature più accreditate, per quanto ancora ampia, sembra assottigliarsi. Il nuovo sondaggio dell’organizzazione indipendente Pulse Asia effettuato nella seconda metà di marzo, ha indicato un vantaggio ancora consistente per il “tandem” formato da Ferdinand “Bongbong” Marcos e della vice Sara Duterte (figlia del presidente uscente), accreditati del 56% delle preferenze; ma i rivali Robredo-Pangilinan – pur ancora lontani al 24% - sono dati in forte crescita. A febbraio la forbice era molto più ampia: le percentuali attribuite erano state rispettivamente del 60% contro il 15%.

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