20/01/2010, 00.00
COREA DEL NORD
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Crisi in Corea del Nord: torna il baratto

di Joseph Yun Li-sun
La disastrosa riforma valutaria ha fatto saltare il già fragilissimo sistema economico del regime asiatico. La popolazione sull’orlo del collasso, mentre il governo fa finta di nulla.
Seoul (AsiaNews) – Come predetto dagli economisti di tutto il mondo, la disastrosa riforma valutaria decisa da un giorno all’altro dal regime di Pyongyang ha assestato l’ultimo colpo al sistema economico della Corea del Nord. Ormai la popolazione, composta da 22 milioni di persone, sopravvive soltanto grazie al baratto mentre attende che il governo dia il nuovo cambio ufficiale della moneta interna.
 
Lo confermano esuli nordcoreani che ora vivono al sud . Uno di loro è riuscito a contattare la famiglia, che vive nella provincia settentrionale di Hamkyung, e racconta: “Li ho chiamati per sapere come stavano, volevo mandar loro del denaro. Mi hanno detto che la situazione è indescrivibile, terribile come mai prima d’ora: vivono soltanto grazie al baratto”.
 
Secondo un tacito patto fra i nordcoreani, il baratto si basa sui vecchi prezzi. In pratica, se una gallina valeva 1.500 won e un chilo di grano 900, oggi un pesce viene scambiato con poco meno di due chili di cereali. Per ora, spiega il fuggiasco, “i prezzi statali non sono stati resi pubblici. Quindi la popolazione pensa che vendere per tenere in casa del denaro rappresenti una perdita. Ecco perché si affidano al baratto”.
 
Una fonte di AsiaNews, che va avanti e indietro fra le due Coree, aggiunge: “Siamo davanti a una crisi umanitaria che renderà inevitabile l’aumento del crimine. Prima, infatti, lo Stato garantiva alcuni beni e servizi fondamentali e quindi era inutile, ad esempio, rubare i vestiti che comunque venivano forniti dal Partito comunista. Ora, invece, tutto è barattabile: questo vuol dire che tutto vale qualcosa, e c’è sempre qualcuno disposto a usare la forza per avere più degli altri”.
 
Secondo le fonti, i nordcoreani iniziano inoltre a dissentire pubblicamente con la propaganda governativa: l’8 gennaio, compleanno Kim Jong-un (il successore di Kim Jong-il), molti hanno chiesto a cosa serva essere una potenza nucleare se non si ha nulla da mangiare.
 
La situazione sembra dunque avviarsi verso la totale disfatta. L’unica incognita rimane la posizione dell’esercito: soltanto grazie ai militari sarebbe possibile un allontanamento dal potere della dinastia dei Kim, ma fino a che il “Caro Leader” sarà ancora in vita è difficile che avvenga. Nel frattempo, la popolazione è sempre più vicina al collasso.
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