03/05/2022, 11.12
SIRIA
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Damasco: amnistia per decine di detenuti, anche oppositori e ‘terroristi’

Le autorità hanno rilasciato in questi giorni almeno 60 detenuti. Fra questi anche carcerati da oltre un decennio in cella. Alcuni erano rinchiusi in strutture famose per essere “mattatoi” umani. Si tratta del provvedimento “più ampio” dall’inizio della guerra nella primavera 2011 e potrebbero essercene altri in futuro. 

Damasco (AsiaNews) - Le autorità siriane hanno liberato 60 detenuti, tra i quali vi sono alcuni prigionieri rinchiusi nelle carceri governative da oltre un decennio, nel quadro di una amnistia presidenziale che copre anche le condanne legate al terrorismo. Secondo quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con base nel Regno Unito e una fitta rete di informatori sul territorio, dal primo maggio decine di persone hanno lasciato le celle in varie regioni siriane. Alcuni di essi hanno trascorso diversi anni in strutture circondariali “del regime, note per le uccisioni e le torture” che avvengono all’interno. 

Dalla primavera del 2011, data di inizio del conflitto siriano, a oggi il presidente Bashar al-Assad ha emesso diversi decreti di amnistia. Tuttavia, attivisti ed esperti sottolineano che quest’ultimo è il più ampio e completo, tanto da comprendere anche reati o accuse che in passato avevano portato all’esclusione di alcune categorie di detenuti, soprattutto prigionieri politici e “terroristi”. 

Il nuovo decreto, diffuso nei giorni scorsi, chiede di “concedere un’amnistia generale per i crimini terroristici” commessi da cittadini siriani prima del 30 aprile 2022, ad eccezione di quelli che “determinano la morte di una persona”. Questo significa, spiega il direttore dell’osservatorio Rami Abdel Rahman, che decine di migliaia di detenuti potrebbero essere rilasciati. Parte di questi sono accusati di reati legati al terrorismo, che rappresenta una “etichetta” usata e abusata per “condannare quanti vengono arrestati in modo arbitrario”. 

Attivisti siriani hanno condiviso sui social un elenco di 20 detenuti rilasciati, fra i quali vi sono carcerati per anni nella famigerata prigione di Sednaya, che Amnesty International ha descritto a più riprese come un “mattatoio umano”. Al suo interno, secondo l’ong, le autorità avrebbero ucciso circa 13mila persone mediante impiccagione in quattro anni. L’avvocato Nora Ghazi, leader del gruppo “No Photo Zone” che fornisce assistenza legale alle famiglie di detenuti e scomparsi, ha affermato che la nuova amnistia è “la più ampia dall‘inizio della rivoluzione siriana”. Ed è possibile che altri vengano rilasciati in futuro, aggiunge, ma “ci vorrà tempo”.

Prima dell’attuale decreto, Assad ha annunciato l’ultima amnistia nel maggio 2021, alla vigilia della sua rielezione al quarto mandato da presidente. Quest’ultimo provvedimento, ha precisato il vice ministro siriano della Giustizia Nizar Sadqani all’agenzia ufficiale Sana, si applica a reati tra cui “collaborare con gruppi terroristici, finanziare o addestrare il terrorismo, fabbricare mezzi terroristici o disturbare la sicurezza”. Secondo l’osservatorio, dall’inizio della guerra circa mezzo milione di persone sono state rinchiuse nelle carceri governative, con quasi 100mila morti per torture o condizioni di detenzione pessime. Gli attivisti accusano anche Damasco di torturare a morte i detenuti, di stupro, aggressioni sessuali ed esecuzioni extragiudiziali. 

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