25/08/2021, 13.45
INDIA
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Delhi, evacuati da Kabul anche i libri sacri dei sikh

Tre copie del Guru Granth Sahib sono giunte nella capitale indiana insieme ai sikh afghani osservando anche nell'emergenza un particolare rituale religioso. Per questa tradizione ogni copia del volume che raccoglie gli inni sacri rappresenta un "guru vivente". Cresce la preoccupazione per il patrimonio culturale e religioso dell'Afghanistan che resterà nelle mani di chi già distrusse i Buddha di Bamyan.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Non solo persone ma anche tre libri sacri di grande valore spirituale, trasportati nell'emergenza seguendo comunque uno specifico rituale. Tra le immagini più particolari della fuga dei cittadini indiani dall'Afghanistan dopo la caduta nelle mani dei talebani, c'è quella di tre sikh che sulla pista dell'aeroporto di Kabul, scalzi, tengono sulla testa tre valigie contenenti altrettante copie del Guru Granth Sahib, il libro fondamentale della loro tradizione religiosa.

Imbarcati su uno dei voli di evacuazione dell'aeronatica indiana che stanno portando in salvo anche gli afghani di religione indù e sikh, i preziosi volumi sono atterrati ieri a New Delhi, accolti solennemente da un ministro del governo dell'Unione. Il Guru Granth Sahib è una raccolta degli inni scritti dai dieci grandi maestri dei sikh, composta di 1430 pagine suddivise in 31 diverse raga. Secondo la dottrina di questa tradizione religiosa ogni singola copia (saroop) del libro sacro è considerata un guru vivente. Viene esposta alla venerazione nei templi e riposta ogni sera in particolari contenitori; quando poi viene spostata da un luogo all'altro occorre seguire un determinato rituale che prevede sia trasportata sulla testa camminando a piedi nudi.

Completato definitivamente nel 1708, il Guru Granth Sahib veniva anticamente copiato a mano, fino a quanto durante il dominio coloniale britannico fu introdotta la stampa. Non può finire disperso: tuttora le copie vecchie e logore vengono portate al Goindwal Sahib, uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti del Punjab, dove sono cremate. Per questo motivo nell'evacuazione dei sikh afghani è stata posta una particolare attenzione a questo aspetto.

In Afghanistan un tempo vivevano centinaia di migliaia di sikh, ma la loro comunità è stata decimata dalle guerre afghane: si stima che attualmente nel Paese fossero già rimasti in poche centinaia. Con loro, fino a poco tempo fa, avevano ancora 12 copie del Guru Granth Sahib: di queste sei erano già state trasferite in India nelle scorse settimane, tre sono arrivate ora e altre tre dovrebbero giungere con un prossimo volo umanitario.

La vicenda dei libri sacri dei sikh porta in primo piano nella tragedia di queste ore anche la preoccupazione per il patrimonio culturale e religioso dell'Afghanistan, finito adesso nelle mani dei talebani. Come si ricorderà, infatti, una delle immagini simbolo del loro precedente governo fu la distruzione delle gigantesche statue del Buddha di Bamyan, avvenuta il 12 marzo 2001.

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