02/03/2010, 00.00
CINA
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Editoriale comune per chiedere di abolire la residenza forzata (hukou)

di Wang Zhicheng
L’articolo riportato da 13 giornali. Lo hukou ha fatto crescere la divisione fra residenti urbani e nelle campagne. Per decenni i contadini migranti sono stati sfruttati come manodopera a basso costo, senza alcun beneficio per la sanità, l’educazione e la giustizia. C’è qualche ambiguità: portare i migranti in città è oggi più necessario che mai: le industrie non hanno personale sufficiente ed è necessario aumentare la domanda interna per sconfiggere la crisi economica.
Pechino (AsiaNews) – Almeno 13 giornali cinesi hanno pubblicato ieri un editoriale comune in cui chiedono al governo di abolire il sistema dello hukou, il certificato di residenza obbligatoria, che limita movimenti e benefici della popolazione, soprattutto dei contadini.
 
L’editoriale è stato diffuso a pochi giorni dell’Assemblea nazionale del popolo, l’assise parlamentare che si raduna una volta all’anno per legiferare sulla nazione, per spingere all’abolizione di questo sistema di controllo della popolazione.
 
Lo hukou è stato introdotto nel 1958 per frenare l’urbanesimo selvaggio e bloccare i contadini a lavorare la terra. Dopo le modernizzazioni di Deng Xiaoping, la crescente industria cittadina ha sempre più avuto bisogno di manodopera e l’ha pescata proprio dai migranti provenienti dalle campagne. Ma non avendo la residenza nelle città, i migranti sono stati sfruttati come forza lavoro, senza concedere loro benefici legati alla residenza, come sanità, educazione per i figli, giustizia.
L’editoriale afferma che il sistema dello hukou ha fatto crescere una divisione sempre maggiore fra la popolazione urbana e quella rurale, aprendo un mercato corrotto di vendite di certificati falsi di residenza.
 
L’articolo sottolinea pure che lo hukou è contro la costituzione cinese e che “tutti gli uomini sono nati liberi di muoversi”. Per questo si chiede alle autorità di “lanciare una riforma e abbandonare l’ossificato sistema dello hukou”.
 
L’editoriale fa notare che lasciando libere le persone di decidere dove vivere si potrà aumentare e stabilizzare la domanda interna di beni, tanto necessaria all’economia cinese in questo periodo di crisi. Vi è un’altra ambiguità che emerge dalla richiesta dei giornali: molte fabbriche nelle zone costiere fanno fatica a trovare tutta la manodopera necessaria. Il “benefit” dello hukou potrebbe offrire ai contadini più incentivi per migrare nelle città.
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