17/09/2016, 09.09
THAILANDIA
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Educatori cattolici: Famiglia e scuola, uniche speranze della società thai

di Weena Kowitwanij

La Commissione cattolica per l’educazione (Cce) detta le linee da seguire nei prossimi anni. Mons. Charatsri: “La cooperazione fra la scuola e la famiglia è fondamentale, ma purtroppo quest’ultima sta cambiando radicalmente”. Il segretario generale della Cce: “Le scuole cattoliche non devono solo comunicare una conoscenza, ma educare anche al bello e alla convivenza pacifica”.

Bangkok (AsiaNews) – La condizione della famiglia odierna “è un tema della più grande importanza e ha molte conseguenze. La cura pastorale della famiglia e dell’educazione cattolica sono infatti due ambiti inseparabili, visto che la famiglia è la prima scuola che educa i bambini”. È la riflessione fatta da mons. Silvio Siripong Charatsri, presidente della Commissione cattolica per la famiglia, nel corso del seminario della Commissione cattolica per l’educazione (Cce) che si è svolto nei giorni scorsi a Pattaya (sud-est di Bangkok) sul tema: “Educare oggi e domani: una passione che si rinnova”.

All’evento hanno partecipato 531 persone, tra cui insegnanti, educatori e personale del Cce provenienti da tutta la Thailandia. A conclusione dell’evento, alcune personalità che lavorano nel campo dell’educazione cattolica sono tornate sugli argomenti discussi, ribadendo che per risolvere i problemi che affliggono la società thai è necessario concentrarsi sulla formazione della gioventù cattolica.

L’identità del cattolico, affermano, deve essere centrata su Gesù Cristo, l’unico che può fare scoprire all’uomo la misericordia di Dio. Mettendo in pratica questo principio, le istituzioni cattoliche devono educare i ragazzi secondo i precetti del Vangelo in accordo con il nuovo Piano di educazione nazionale (Nep) che durerà dal 2017 al 2031. In un sistema educativo tra i peggiori al mondo (con costi altissimi ma scarsi risultati), la Chiesa deve dare il suo contributo nella formazione di giovani intelligenti e virtuosi.

Per fare questo, afferma mons. Charatsri, “la cooperazione fra la scuola e la famiglia è significativa e necessaria. Sfortunatamente l’istituzione della famiglia thai sta cambiando in modo drammatico, sia nella struttura che nelle relazioni. Le famiglie numerose del passato hanno lasciato il posto a piccoli gruppi di tre persone o, peggio, con un solo genitore […]. È una sciagura che il 50% delle unioni finisca con un divorzio e che il ruolo educativo dei giovani finisca solo sulle spalle del personale scolastico”.

A questa dichiarazione fa eco quella di p. Francis Xavier Deja Arphonrat, segretario generale della Cce, che afferma: “Le scuole cattoliche devono avere come primo scopo l’evangelizzazione della Buona novella. Infatti, il loro ruolo non consiste solo nel traferire conoscenza, ma nel parlare anche della bontà, della bellezza e della compassione. Dobbiamo insegnare a vivere nella pace con persone di fedi e linguaggi differenti, superando le barriere culturali”.

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