04/11/2013, 00.00
EGITTO
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Egitto: il processo a Morsi "è un segno di cambiamento per il Paese"

P. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, sottolinea il desiderio della popolazione di voltare pagina dopo il recente passato islamista. Mina Thabet, cristiano presidente della Maspero Youth Union, parla di "doppia Primavera araba egiziana". In tre anni i leader di due regimi contrapposti sono finiti davanti alla giustizia. Il processo rinviato a febbraio 2014.

Il Cairo (AsiaNews) - In meno di tre anni l'Egitto ha assistito a due rivoluzioni popolari che hanno portato in piazza milioni di persone, e al processo contro due presidenti di opposti schieramenti. Ma la prima udienza del processo contro Mohamed Morsi e 14 leader islamisti è un "piccolo passo avanti per il Paese". Lo affermano ad AsiaNews p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, e Mina Thabet, presidente della Maspero Youth Union.   

P. Rafic Greiche sostiene che "il processo contro Mohamed Morsi è un segno di cambiamento per l'Egitto. La popolazione desidera chiudere i conti con il recente passato islamista e voltare pagina in modo definitivo non con la violenza, ma attraverso la giustizia". Gli islamisti sono di nuovo scesi in piazza per sostenere i loro leader circondando la Corte Suprema e organizzando manifestazioni in tutto il Paese. Il sacerdote nota che in questa occasione l'ira dei seguaci di Morsi è stata fermata non dalle forze dell'ordine dispiegate davanti al tribunale o da sostenitori del governo dei militari, ma da centinaia di egiziani stanchi del clima di tensione e odio che da tre anni ha colpito il Paese.

Per Mina Thabet, giovane cristiano e presidente della Maspero Youth Union, gli islamisti stanno utilizzando qualsiasi mezzo per difendere i loro leader, comprese menzogne ai media, minacce e violenze contro le minoranze, ma tale atteggiamento "ha fatto crollare ancora di più la credibilità dei Fratelli Musulmani". Insieme ai Tamarud (Ribelli), la Maspero Youth Union è una delle organizzazioni che lo scorso 30 giugno hanno portato in piazza 30 milioni di persone per chiedere le dimissioni di Morsi, accusato di voler trasformare il Paese in una dittatura islamica. "Gli islamisti - afferma Thabet - stanno rispondendo delle loro azioni davanti a un tribunale. Tutto il Paese è testimone delle loro violenze". Il leader cristiano sottolinea che "opponendosi alla giustizia, gli islamisti continuano a negare l'evidenza dei fatti. In un Paese civile tutti possono essere giudicati davanti a un tribunale".

"Dal 2011 - aggiunge - ben due presidenti sono finiti in carcere grazie alle proteste della popolazione. Questo è un fatto storico per l'Egitto e per tutto il Medio Oriente". Per Thabet "una nuova generazione composta da cristiani e musulmani è nata per le strade, che non accetta alcuna negoziazione rispetto ai diritti umani, che non vuole piegarsi a strategia politiche ma tenta di costruire un nuovo Paese". Per il presidente della Maspero Youth Union la vera sfida su cui si dovranno concentrare in futuro politici e giovani dei movimenti rivoluzionari è la Costituzione.  

Iniziata questa mattina alle 10,30 la seduta del processo contro Mohamed Morsi e altri 14 membri dei Fratelli Musulmani si è chiusa intorno alle 13,00. I giudici hanno fissato la prossima udienza per l'8 febbraio 2014. Fonti di AsiaNews presenti al processo raccontano che il presidente è giunto di fronte alla corte in abiti civili, ma è stato costretto dal tribunale ad indossare la divisa da carcerato, come previsto dalla legge. Il leader islamista ha rifiutato tutte le accuse contro di lui sostenendo di essere "l'unico legittimo presidente dell'Egitto". Morsi e gli altri 14 islamisti sotto processo hanno lanciato per il tutto il tempo della seduta slogan contro i militari, il nuovo governo e il potere giudiziario. Temendo scontri fra polizia e islamisti, molte scuole pubbliche e private del Cairo sono rimaste chiuse. Nel distretto di Minya (Alto Egitto), il più colpito dagli attacchi anticristiani del 14 agosto, le chiese locali hanno disposto la chiusura di tutti gli istituti scolastici per almeno due giorni. Per aumentare il clima di tensione, i Fratelli Musulmani hanno fatto circolare false voci sul coinvolgimento di giudici cristiani nel processo contro l'ex presidente Morsi.

 

 

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