08/01/2024, 11.33
BANGLADESH
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Elezioni senza sorprese: nuovo mandato per Hasina, ora priorità all'economia

Dopo il boicottaggio annunciato dal Partito nazionalista del Bangladesh, la Commissione elettorale ha annunciato che l'affluenza è stata del 40%, ma molti hanno espresso dubbi su questa cifra. La Lega Awami potrà governare per cinque anni (quasi) senza opposizione in Parlamento. La sfida di arginare il rallentamento economico.

Dhaka (AsiaNews) - Come era stato ampiamente anticipato, la Lega Awami ha vinto le elezioni in Bangladesh: la prima ministra Sheikh Hasina si è così assicurata un quinto mandato (il quarto consecutivo) con 223 seggi su 300 andati al partito di governo. L’esito elettorale era scontato dopo il boicottaggio annunciato dal Partito nazionalista del Bangladesh (BNP) e altre formazioni politiche alleate, che hanno inoltre chiesto ai propri sostenitori di prendere parte a uno sciopero di due giorni durante il weekend elettorale. Su 44 partiti iscritti, 16 non hanno preso parte alle votazioni. 

I candidati indipendenti, in larga parte allineati con la Lega Awami, hanno ottenuto 62 seggi, mentre il Jatiya, principale partito di opposizione dopo il BNP, ha ottenuto 11 seggi. Significa che per i prossimi cinque anni la Lega Awami non avrà quasi nessun tipo di opposizione in Parlamento. 

Il voto nella circoscrizione Naogaon-2 è stato sospeso a causa della morte di un candidato, mentre nessuno dei due candidati cattolici presenti, Jewel Arang, già membro del Parlamento, e Shanti Reberio, è riuscito a ottenere un seggio. 

Sheikh Hasina, al contrario, ha ricevuto 249.962 voti nella propria circoscrizione di Gopalganj-3, circa 165 chilometri a sud della capitale Dhaka. Il rivale più prossimo ha ottenuto solo 469 preferenze. Anche altre figure di spicco appartenenti alla Lega Awami, come la presidente della Camera, Shirin Sharmin Chowdhury, e la vicepresidente, Matia Chowdhury, sono state rielette.

La Commissione elettorale, guidata da Kazi Habibul Awal, aveva annunciato che a fine giornata l’affluenza era stata del 40%. Un dato che secondo alcuni è stato stato gonfiato e che è stato definito “ridicolo” dal BNP, che ha aggiunto che nei pressi dei seggi c’erano “più cani e poliziotti che elettori”. Alle ultime elezioni del 2018 l’affluenza alle urne era stata di oltre l’80%. In 21 circoscrizioni la chiusura dei seggi è stata posticipata a causa di varie irregolarità che hanno portato all’arresto di almeno 34 persone. 

Sheikh Hasina è stata eletta per la prima volta nel 1996. Rieletta nel 2009, è rimasta al potere da allora, favorendo lo sviluppo economico del Bangladesh. Sebbene la premier abbia dichiarato di fare “il proprio meglio per garantire che la democrazia continui in questo Paese”, l’organizzazione per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch stima che poco meno di 10mila attivisti e sostenitori dell’opposizione siano stati incarcerati in risposta alle manifestazioni dell’ottobre scorso, durante le quali 16 persone sono morte e oltre 5mila sono state ferite. Criticando il crescente autoritarismo di Hasina, il BNP aveva chiesto la formazione di un governo ad interim indipendente che guidasse il Paese alle elezioni per evitare brogli. Tuttavia, tra le fila dell’opposizione non è emersa una figura di spicco che possa realmente opporsi ad Hasina. La storica leader del BNP, l’ex premier Khaleda Zia, si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione.

Negli ultimi anni l’economia del Bangladesh ha registrato la più rapida crescita nella regione, superando perfino la vicina India. Il reddito pro capite è triplicato, mentre la Banca Mondiale stima che più di 25 milioni di persone siano uscite dalla povertà negli ultimi 20 anni. Il Bangladesh è anche il secondo produttore mondiale di abbigliamento dopo la Cina e per questo gode anche di un certo sostegno da parte dei Paesi occidentali: i grandi marchi d’abbigliamento sono infatti consapevoli che un ritiro delle concessioni al settore colpirebbe milioni di lavoratrici. Tuttavia, a partire dal 2022, l’economia ha subito un rallentamento, con l’inflazione che a novembre era salita al 9,5%. Per gli osservatori, la priorità di Hasina sarà ora quella gestire il mercato dei consumi ed evitare che le difficoltà economiche abbiano ricadute politiche.

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