Emergenza epidemie per gli alluvionati
Dhaka (AsiaNews) - Sono i problemi sanitari l'emergenza più grave che sta colpendo le vittime delle alluvioni in Bangladesh. Circa 2.883 gruppi di intervento sanitario, stanno lavorando per contenere la diffusione di una grave epidemia di diarrea dovuta alla mancanza di acqua pulita. L'Ufficio sanitario centrale ha reso noto ieri che, solo nelle ultime 24 ore, 2.069 persone sono state colpite da forti disturbi intestinali. Il numero dei malati, di cui 41 non sono riusciti a salvarsi, sale così a 75 mila.
Il direttore del programma per la ripresa e lo sviluppo del centro Caritas di Dhaka, Benedict Alo D'Rozario, ha detto ad AsiaNews che durante un incontro tenutosi ieri con il Primo ministro per l'alimentazione e i soccorsi, tutte le Ong presenti nel Paese, hanno sottolineato con forza l'urgenza di rifornimenti di tavolette per la purificazione dell'acqua e di medicinali di base. "Le medicine sono disponibili, come dichiara il ministro, ma solo in alcuni posti e a prezzi molto alti", ha aggiunto il direttore.
Le inondazioni non hanno risparmiato neppure la capitale, Dhaka. Numerosi edifici sono stati distrutti dalle acque provocando diversi morti che hanno fatto salire a 285 il numero delle vittime nel Paese.
La distribuzione di cibo, acqua pulita e medicinali a milioni di persone rimaste senza casa e isolate, sta diventando sempre più difficile a causa delle i precipitazioni che senza tregua continuano a minacciare la sicurezza delle vie di comunicazione e di conseguenza l'arrivo degli aiuti umanitari. Gli istituti di meteorologia hanno registrato un aumento nella media stagionale delle piogge del 62%.
Negli ultimi giorni, però, un improvviso calo nel sistema climatico ha portato un po' di sollievo al Paese. Questo lieve miglioramento è dovuto, alla comparsa, domenica scorsa, di un sistema di tifoni nell'Oceano Pacifico, che ha spazzato via le piogge. Il fenomeno, secondo il direttore del dipartimento di meteorologia, continuerà per altri due o tre giorni, ma verso la prima settimana di agosto si prevedono peggioramenti.
"Se le piogge si prolungheranno ancora a lungo, un altro rischio è quello di un aumento della povertà tra la popolazione colpita", ha evidenziato Alo D'Rozario. "I prezzi dei beni di prima necessità sono saliti e le famiglie povere hanno provviste alimentari sufficienti per 4 o 5 giorni. Inoltre i lavoratori giornalieri non trovano impieghi in queste condizioni e quindi guadagnarsi da vivere".
La Caritas internazionale, fortemente impegnata nel Paese, ha già soccorso 25 mila famiglie, ha lanciato ieri un appello urgente perché sono necessari ancora 2 milioni di dollari americani per lavori di ricostruzione e programmi sanitari. Per portare a termine il piano di ricostruzione, che prevede 5.500 nuove case per le migliaia di persone attualmente ricoverate nei centri di primo soccorso, si dovrà aspettare che le piogge diminuiscano d'intensità.
La Caritas porterà a termine la prima fase del suo programma d'intervento nel Paese entro la fine di luglio. La seconda, invece, inizierà la prossima settimana nelle zone colpite più di recente. In totale le operazioni di soccorso raggiungeranno 40 mila famiglie.
L'appello per il Bangladesh, segue a quello già lanciato la settimana scorsa dalla stessa Caritas per l'India. La richiesta, in questo caso, è di 540 mila dollari per le operazioni di primo soccorso come l'allestimento di rifugi per i senzatetto, cibo e medicinali. Da giugno, anche questo Paese sta fronteggiando la grave crisi umanitaria provocata dalle inondazioni. Le zone più colpite sono quelle del nord-est dove si sono registrati più di 150 morti. (MA)
21/11/2020 08:00