19/01/2016, 10.21
RUSSIA
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Epifania ortodossa, la Chiesa russa di nuovo contro il rito delle immersioni gelate

Oggi la festività che ricorda il battesimo del Signore. In migliaia in tutto il Paese pronti al bagno nelle ‘fonti battesimali’ aperte per la festività; ma alcuni sacerdoti avvertono: nessuno, dopo il bagno gelato, fa un passo in più per entrare in chiesa.

 

Mosca (AsiaNews/Agenzie) – Oggi, nel giorno in cui in Russia si festeggia l’Epifania ortodossa, che coincide con il battesimo del Signore, e migliaia di russi si immergono come da tradizione nelle numerosi fonti battesimali gelate (aperte appositamente per la festività), la Chiesa ortodossa torna a distanziarsi da questo rito. “Non avvicina le persone alla Chiesa e rappresenta solo una delle manifestazioni della pulsione dell’essere umano all’estremo”, ha detto al network ‘Russia Oggi’ il responsabile della chiesa della Santissima Trinità a Mosca, l’arciprete Aleksei Uminsky. “Non credo che le immersioni di massa avvicinino la persona alle tradizioni e alla Chiesa - ha spiegato, criticando di fatto l’usanza - nel nostro sangue russo scorre una voglia di sperimentare nuove sensazioni, nuove esperienze. Purtroppo è diventato un rito così diffuso, che tutti credono che in questa festività sia obbligatorio immergersi”. “Qualcuno pensa che se si tuffa gli verranno perdonati i peccati e si esaudiranno i desideri, ma questo non ha la benché minima relazione né con la benedizione delle acque, né con la stessa festività dell’Epifania”.

Per la Chiesa ortodossa - che segue il calendario giuliano, "in ritardo" di 13 giorni rispetto a quello gregoriano in uso dalla Chiesa cattolica - il 19 gennaio si ricorda il battesimo del Signore. Per l'esattezza, la festività si chiama ‘Kreshenie’ (appunto battesimo, in russo). La tradizione vuole che in questo giorno le acque di fiumi e laghi vengano benedette e santificate. Durante la liturgia della Vigilia e poi anche in quella del giorno successivo, i fedeli portano a casa un po' dell'acqua benedetta. In passato, i fedeli facevano nel ghiaccio un grande buco, chiamato "Giordano”, dal fiume in cui fu battezzato Gesù. Attorno a questo si teneva una processione con una croce. Si pensava che l'acqua del "Giordano" avesse poteri curativi e respingesse i mali e da qui i russi continuano a osservatore questa tradizione anche se non è richiesta dalla Chiesa stessa.

Nonostante le temperature ben al di sotto dello zero, migliaia di russi tra il 18 e il 19 gennaio si immergono nelle buche a forma di croce, con le autorità impegnate a ricordare che il rito va svolto solo in presenza di personale medico, vista l’alta possibilità di malori. Secondo quanto riporta Ria Novosti, quest’anno solo a Mosca lavorano 780 soccorritori, 1.500 agenti di polizia e 59 squadre di operatori sanitari, in una sessantina di punti attrezzati.

“Molta gente viene regolarmente ad immergersi, ma nessuno di loro dopo arriva fino in chiesa”, ha aggiunto Uminsky, basandosi sulla sua esperienza di testimone. (N.A.)

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